comunicato stampa

Dal 15 dicembre al Ridotto del Mercadante

lo spettacolo Caini

drammaturgia e regia di Mario De Masi

progetto vincitore del

Premio Leo de Berardinis Under 35 edizione 2021

Dal 15 al 19 dicembre al Ridotto del Mercadante è di scena Caini, progetto vincitore della prima edizione del Premio Leo de Berardinis, un progetto della Compagnia I pesci, drammaturgia e regia Mario De Masi, con Alice Conti, Alessandro Gioia, Giulia Pica, Fiorenzo Madonna, Antonio Stoccuto, elementi di scena Marino Amodio, costumi Anna Verde, disegno luci Desideria Angeloni, disegno sonoro Alessandro Francese, produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale in collaborazione con Asilo – ex Asilo Filangieri di Napoli.

Caini è il terzo capitolo di una trilogia dedicata alla famiglia, un nucleo chiuso ed esclusivo, fondato non solo sull’irrevocabilità del legame di sangue, ma anche intorno a un patto. Tutto ciò che è estraneo viene considerato ostile, portatore di una diversità che se non si omologa non viene riconosciuta e, di conseguenza, va eliminata. L’ingresso di una figura esterna ha una portata rivoluzionaria per le abitudini del gruppo familiare.

Il discorso dell’artista sulla verità e il suo modo di essere – candido, puro, trasparente – aprono una breccia nell’identità monolitica dei Caini e fanno emergere dubbi, fragilità che rischiano di mettere in discussione la stessa presunta indissolubilità del loro patto di sangue. A questo punto lo scontro tra prospettive e modi di stare al mondo diviene inevitabile e riconferma le rispettive identità, rimarcandole e irrigidendole. Messi di fronte allo specchio e viste smascherate, per puro caso, le dinamiche dell’assassinio del padre, da loro stessi compiuto anni prima, essi rivivono il lato macabro dell’atto fondativo della loro comunità. La mimesi del loro segreto è la goccia che fa traboccare il vaso, che accende la miccia della violenza sacrificale, atto espiatorio che ristabilisce l’ordine del patto familiare. L’arte assolve qui al suo compito: smuove le coscienze, illumina le convenzioni che crediamo verità assolute. Problematizza il nostro posto nel mondo, ci sposta, ci commuove. Tale ricerca contrappone la solitudine assoluta dell’artista all’omertà dei gruppi familiari e sociali che funzionano e si stringono intorno alla menzogna del linguaggio. Per dirla con Nietzsche questi ultimi funzionano nella misura in cui ‘mentono bene’, i suoi membri sono in grado di gestire le loro interazioni attraverso un codice, una convenzione, una serie ordinata di menzogne.

 

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