Dal 17 al 28 aprile al Teatro Mercadante lo spettacolo
Erano tutti miei figli
di Arthur Miller nella traduzione di Masolino D’Amico
con la regia di Giuseppe Dipasquale

con Mariano Rigillo nel ruolo del protagonista Joe Keller

Affresco spietato di sorprendente attualità
della società americana del secondo dopoguerra
che infrange gli ideali della famiglia, del successo e del denaro

Mariano Rigillo è il protagonista di Erano tutti miei figli di Arthur Miller nella traduzione di Masolino D’Amico e la regia di Giuseppe Dipasquale, lo spettacolo presentato dal Teatro Stabile di Catania in coproduzione con Doppiaeffe Production s.r.l. Compagnia di Prosa, dal 17 al 28 aprile prossimi al Teatro Mercadante di Napoli.
Con Mariano Rigillo nel ruolo dell’industriale Joe Keller, recitano Anna Teresa Rossini, Filippo Brazzaventre, Annalisa Canfora, Barbara Gallo, Enzo Gambino, Giorgio Musumeci, Ruben Rigillo, Silvia Siravo. Le scene sono di Antonio Fiorentino; i costumi di Silvia Polidori; le luci di Franco Buzzanca.

Pubblicato nel 1947, Erano tutti miei figli (All my Sons) è il primo grande successo teatrale di Arthur Miller, testo di svolta della carriera dello scrittore americano adattato anche per il grande schermo, che precede il noto Morte di un commesso viaggiatore (Death of a Salesman) del 1949.
Il dramma è incentrato sulla figura dell’imprenditore Joe Keller, il quale durante la seconda guerra mondiale, da poco terminata, non aveva esitato a trarre lauti profitti dalla vendita di pezzi “difettosi” destinati all’aeronautica militare che erano costati la vita a ben 21 piloti. Arrestato per fornitura di materiale non conforme alle norme, l’uomo riesce a scagionarsi dall’accusa scaricando tutta la responsabilità sul suo socio, che Keller sacrifica impassibile alla sua brillante carriera di magnate. Intanto la sua famiglia fa i conti da tre anni con il dramma della scomparsa in guerra di un figlio mai più ritrovato. Sarà la giovane fidanzata del ragazzo – figlia del socio finito in galera – della quale si è innamorato anche il fratello che la vuole sposare, a far emergere le contraddizioni nella vicenda e a svelare i misfatti e le verità abilmente celate dal cinico uomo d’affari.

Rigirando il coltello nelle piaghe della società americana del secondo dopoguerra, Arthur Miller infrange gli ideali della famiglia, del successo e del denaro: il suo Joe Keller rappresenta una “minaccia” per la società non in ragione di ciò che ha commesso ma perchè rifiuta di ammettere la sua responsabilità civile convinto che un certo grado di illegalità sia necessario.

“Un grandissimo testo – dichiara Mariano Rigillo – che come tutti i veri capolavori conserva un’attualità costante. Scritto immediatamente dopo la seconda guerra mondiale ha un riferimento molto preciso a quell’epoca, ma la corruzione, la spregiudicatezza e il cinismo incarnati dal ricco imprenditore possiamo facilmente ritrovarli anche oggi”.

L’ufficio stampa

Teatro Mercadante > 17 / 28 aprile 2013
Orario spettacoli: feriali ore 21.00; giovedì ore 17.30; festivi ore 18.00
Info: tel. 081.5524214 | www. www.teatrostabilenapoli.it
Biglietteria: tel. 081.5513396 | e.mail: biglietteria@ www.teatrostabilenapoli.it