Ospitalità
26 marzo – 6 aprile 2008 | Sala Mercadante
Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Biondo Stabile di Palermo, Aldo Miguel Grompone
Anna Karenina
di Lev Nikolaevič Tolstoj
adattamento del testo Tauras Cizas
regia Eimuntas Nekrošius
con Mascia Musy, Annalisa Amodio, Corinne Castelli, Nicola Cavallari, Vanessa Compagnucci, Gilberto Colla, Alessandro Lombardo, Paolo Mazzarelli, Paolo Musio, Renata Palminiello, Paolo Pierobon, Alfonso Postiglione, Nicola Russo, Gaia Zoppi
scene Marius Nekrošius
costumi Nadežda Gultiajeva
luci Audrius Jankauskas
musiche Tauras Čižas
suonoMarco Olivieri
assistenti alla regiaTauras Cizas, Daria Deflorian, Claudio Longhi
Si avvisa il Gentile Pubblico che lo spettacolo ha una durata complessiva di 4 ore e 45 minuti (intervalli inclusi) pertanto avrà inizio alle ore 20.00 anziché alle 21.00.
Gli spettacoli pomeridiani del giovedì e della domenica saranno anticipati alle 16.30
1° atto: 1 ora e 15 min;
Intervallo (15 min);
2° atto: 1 ora e 45 min;
Intervallo (15 min);
3° atto: 1 ora e 15 min
Dopo il recente successo del Faust, prima occasione di collaborazione produttiva tra ERT Fondazione e la Compagnia lituana Meno Fortas, Nekrošius si misura questa volta con una duplice sfida che non risiede solamente in un testo non teatrale ma anche nel lavorare con una compagnia italiana. Come accadde nel 2001 per Il Gabbiano, spettacolo che il regista lituano affrontò accompagnato da giovanissimi attori italiani dell’École des Maîtres, e nel 2002 con l’Ivanov di Čechov sempre con un cast di attori italiani, ma più maturi, si rinnova la sfida del regista a collaborare con attori a lui stranieri. La scelta di interpreti di una certa levatura capaci di sfidare il capolavoro letterario di Tolstoj è stata obbligata. Nella sue preferenze vi rintracciamo una condivisione che si esplica nella riconferma di alcuni attori tra cui Mascia Musy, Annalisa Amodio, Ursula Bachler, Alessandro Lombardo e Paolo Musio. Si rinnova la potenza dell’elemento visivo, punto chiave della sua pratica teatrale, dove il teatro non è affare letterario ma si colloca in un immaginario collettivo in cui la forza comunicativa del testo si esprime attraverso la straordinaria visionarietà del regista, coadiuvata dal lavoro di ricerca di atmosfere ora dense ora sospese. Grazie a gesti e immagini semplici, il teatro di Nekrošius esclude una fruizione relegata al solo sforzo mentale, mettendo in contatto lo spettatore con un mondo non verosimile ma vivo, dove le immagini danno vita ad un mondo in cui tutti possiamo riconoscere paure e dolori. Gli oggetti si trasformano in protesi esplicative dell’animo dei personaggi, l’intuizione degli spettatori viene stuzzicata, così come tutti i sensi, il tempo si dilata per accogliere le azioni nel suo moltiplicarsi visionario.