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ANTIGONE

con Gaia Aprea, Anita Bartolucci, Gianluca Musiu, Giacinto Palmarini, Alfonso Postiglione, Nunzia Schiano, Paolo Serra, Dalal Suleiman
scene Maurizio Balò
costumi Zaira de Vincentiis
disegno luci Gigi Saccomandi
musiche originali Ran Bagno
produzione Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Campania dei Festival
in collaborazione con Accademia di Belle Arti

In abbonamento al Mercadante e al San Ferdinando

con Gaia Aprea, Anita Bartolucci, Gianluca Musiu, Giacinto Palmarini, Alfonso Postiglione, Nunzia Schiano, Paolo Serra, Dalal Suleiman
scene Maurizio Balò
costumi Zaira de Vincentiis
disegno luci Gigi Saccomandi
musiche originali Ran Bagno
produzione Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Campania dei Festival
in collaborazione con Accademia di Belle Arti

In abbonamento al Mercadante e al San Ferdinando

Antigone è il nuovo spettacolo firmato da Luca De Fusco, che, per il Napoli Teatro Festival Italia e la Stagione 2012-13 dello Stabile, ha commissionato alla scrittrice Valeria Parrella una drammaturgia originale, pubblicata lo scorso settembre da Einaudi.
“I temi principali che Antigone da sempre porta davanti al pubblico, lasciandoli insoluti, e di cui chiede il giudizio al Legislatore – scrive l’autrice – sono la liceità della sepoltura anche ove essa non sia ammessa per legge e la carcerazione. Ella muove dunque continuamente da un mondo dei vivi, il nostro, a quello dei morti: quello di suo fratello e quello dell’orrenda “sepoltura” in vita delle carceri. Antigone e Creonte si fronteggiano determinati, tragici e costanti, senza mai perder terreno l’uno verso l’altro: anche se uno comanda e l’altro dovrà obbedire, poi la storia invertirà le parti lasciando colui che comanda senza scampo.
Ѐ questo il momento storico per una riscrittura dell’Antigone. Non un esame dell’opera sofoclea o una modernizzazione della stessa, o una nuova traduzione: è questa l’epoca storica per mettere le mani nelle nervature della classicità e, così come Steiner si chiedeva perché l’Antigone fosse l’opera classica più riscritta di tutti i tempi, ecco: darsi una risposta.(…) Un discorso sulla vita, sul coraggio, sull’autodeterminazione, su cosa significhi essere partecipi del Diritto, oggi”.

 

COSÌ LA STAMPA
Ѐ un bel libro, questa Antigone, che riesce a conciliare la modernità del tema con una scrittura che, pur essendo sciolta e duttile, evoca felicemente il tono alto della tradizione letteraria della quale la nostra lingua colta è erede. E dimostra ancora una volta che la tragedia antica non ha bisogno di essere “attualizzata”. Ѐ e sarà sempre attuale. (Eva Cantarella, Corriere della sera, 23 ottobre 2012).

Non la solita attualizzazione, dunque, delle tante cui ci ha abituato ad assistere il teatro classico, più volte riveduto e corretto non sempre con esiti felici, ma un’inedita interpretazione di un mito antico, che tuttora offre spunti di riflessione sulla condizione umana. Insomma, la Parrella entra nel vivo del dibattito a passo sicuro con un nuovo testo che, pur rispettando la struttura epica e il linguaggio alto e prezioso dell’opera originale, non ne ricalca o ne ricopia la trama, piuttosto ne aggiorna i contenuti. (Emilia Costantini, Corriere della sera, 1 ottobre 2012).

Mi pare che la regia di Luca De Fusco sottolinei con adeguata precisione tali pregi del testo. I personaggi, materializzandosi dal buio come soprassalti della coscienza, vengono sovrastati, in quanto corpi, dall’immagine dei loro volti proiettata in primo piano e, così, ricondotti alla propria natura d’idee. Fra gl’interpreti, intensi e giusti Gaia Aprea (Antigone) e Paolo Serra (il Legislatore). (Enrico Fiore, Il Mattino, 28 settembre 2012).

Inizia e finisce con un eccesso, con Antigone sospesa nell’aria come per un “cielo sopra Tebe”, la messinscena di Luca De Fusco per l’Antigone sofoclea ben riscritta con linguaggio alto e temi odierni da Valeria Parrella. Ma la regia di De Fusco tutela poi con efficaci sottrazioni di enfasi, a rischio di minor spettacolarità, la disputa etica della tragedia […]. (Rodolfo Di Giammarco, la Repubblica, 30 settembre 2012).

Uno spettacolo essenziale e pulito. Una specie di grande scatola nera che come per magia sputa fuori i suoi personaggi-fantasma. […] Valeria Parrella rilegge l’antico mito sofocleo spostando il problema della sepoltura di Polinice su un altro versante, quello dell’eutanasia. Così Antigone – che il regista affida a una sua storica attrice, Gaia Aprea, intensa, credibile, emozionante – decide di staccare quel respiratore che da 13 anni tiene in vita il fratello Polinice, contravvenendo alle leggi di Tebe. Per questo il Legislatore (cioè Creonte), interpretato da un ottimo Paolo Serra, la condannerà al carcere. […] Intanto i primi piani degli attori (in scena con Gaia Aprea e Paolo Serra Fabrizio Nevola, Giacinto Palmarini, Alfonso Postiglione, Nunzia Schiano, Dalal Suleiman e Antonio Casagrande) appaiono in video, sovrapposti ai loro corpi di carne. Cinema, teatro e le belle musiche di Ran Bagno dialogano con naturalezza regalandoci uno spettacolo che ci lascia in bilico, tra ragione e sentimento, tra verità e giustizia. (Francesca De Sanctis, l’Unità, 29 settembre 2012).

Oratorio capace d’esaltare la prova degli attori. Affidata a Gaia Aprea, Antigone è forza e presenza dura, decisa e sofferente. E ad Antonio Casagrande, Tiresia di intensa presenza. Divinità laiche dai volti dilatati in proiezioni che non cancellano le emozioni. (Giulio Baffi, la Repubblica – Napoli, 28 settembre 2012).

Una compagnia importante: il prismatico legislatore di Paolo Serra, il vivacissimo Tiresia (quasi il genio della lampada) di Antonio Casagrande, Gaia Aprea fulgida Antigone, Nunzia Schiano inarresa detenuta, Alfonso Postiglione il guardiano senza scorza, Fabrizio Nevola Emone, Giacinto Palmarini e Dalal Suleiman i Corifei superstiti. (Enrica Rosso, Liberal Mobydick, 29 settembre 2012).

Gli attori – bravi – Gaia Aprea e Paolo Serra, dalla recitazione severamente impostata, contro il naturalismo dissacrante di Nunzia Schiano e Alfonso Postiglione, affascinano. La “fantastica” maturità di Antonio Casagrande, commuove. L’Antigone, metafora dei diritti del singolo contro dittatura e totalitarismo, – o per dirla alla maniera dell’esistenzialista Emmanuel Lévinas, contro “totalità e infinito” – di Luca De Fusco è una pittura compatta: la sua costruzione meta teatrale, cinematografica e sinfonica, convince. (Angela Di Maso, Roma, 28 settembre 2012).

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Produzione in Tournée

Questo spettacolo fa parte delle produzioni del Teatro di Napoli - Teatro Nazionale e farà tappa in queste città:

25 > 26 settembre 2012 Napoli, Teatro Mercadante – Napoli Teatro Festival
21 novembre > 9 dicembre 2012 Napoli, Teatro Mercadante
26 febbraio > 3 marzo 2013 Bologna, Arena del sole
5 > 10 marzo 2013 Genova, Teatro della Corte
14 > 17 marzo 2013 Salerno, Teatro Verdi
4 > 7 aprile 2013 Torino, Teatro Astra
9 > 21 aprile 2013 Roma, Teatro Eliseo
23 aprile > 5 maggio 2013 Catania, Teatro Ambasciatori
Ancona, Teatro delle Muse, 20 > 24 novembre 2013
Parigi al THEATRE NATONAL DE CHAILLOT, 27 > 29 novembre 2013