ANTIGONE IN THE AMAZON
ideazione e regia Milo Rau
testo Milo Rau & Ensamble
drammaturgia Giacomo Bisordi
collaborazione drammaturgica Douglas Estevam, Martha Kiss Perrone
assistente alla drammaturgia Kaatje De Geest, Carmen Hornbostel
con Frederico Araujo, Pablo Casella, Sara De Bosschere, Arne De Tremerie
in video Kay Sara, Gracinha Donato, Célia Marácajá
e il Coro dei Militanti del Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra – MST
e, nel ruolo di Tiresia, Ailton Krenak
musiche Elia Rediger, Pablo Casella
scenografia Anton Lukas
costumi Gabriela Cherubini, Jo De Visscher, Anton Lukas
luci Dennis Diels
video design Moritz Von Dungern
video making of Fernando Nogari
video editing Joris Vertenten
collaborazione ideazione, ricerca e drammaturgia Eva-Maria Bertschy
produzione NTGent coproduzione International Institute of Political Murder – IIPM, Festival D’Avignon, Romaeuropa Festival, Manchester International Festival, La Villette (Parigi), Tandem (Arras-Douai), Künstlerhaus Mousonturm (Francoforte), Equinoxe – Scène Nationale (Châteauroux), Wiener Festwochen (Vienna) in collaborazione con Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra (MST) con il sostegno di Goethe Institut – San Paolo, PRO HELVETIA programma COINCIDENCIA – Scambi culturali tra Svizzera e America Latina, The Belgian Tax Shelter
spettacolo in tedesco, portoghese e inglese – sottotitolato in italiano
Nella precedente stagione il teatro attuale del regista svizzero Milo Rau ha riscosso un grande successo di pubblico e critica e quest’anno torna al Mercadante, per due date, con Antigone in the amazon. Dopo Orestes in Mosul, nell’ex capitale dello Stato Islamico, e il film su Gesù, The New Gospel, nei campi profughi dell’Italia meridionale, Milo Rau e il suo team si recano in Amazzonia per concludere la trilogia di miti antichi e creare un’Antigone politica per il XXI secolo, insieme a popolazioni indigene, attivisti e attori provenienti dal Brasile e dall’Europa. Per Antigone in the Amazon, Rau e il suo team giungono nello stato brasiliano del Pará, dove le foreste bruciano a causa dell’espansione delle monocolture di soia e dove la natura viene divorata dal capitalismo. Su un pezzo di terra occupata, in collaborazione con il MST (Movimento dos Trabalhadores Sem Terra), il più grande movimento al mondo di lavoratori senza terra, sviluppano un gioco allegorico sulle violente devastazioni e spostamenti causati dallo Stato moderno, che pone la proprietà privata al di sopra del tradizionale diritto alla terra.