Ospitalità
7 – 18 dicembre 2005 | Sala Mercadante
Teatro Ambra Jovinelli e Compagnia della Luna
Concha bonita
Commedia fantastica in musica
libretto Alfredo Arias e Renè de Ceccatty
versione italiana Cerami & Piovani
musica Nicola Piovani
regia Alfredo Arias
con Gennaro Cannavacciuolo, Mauro Gioia, Sibilla Malara, Alejandra Radano, Catherine Ringer, Gianfranco Vergoni, Gabriella Zanchi, e l’Orchestra Aracoeli diretta da Enrico Arias
Foto Piergiorgio Pirrone
Nella scorsa stagione teatrale è stato un grande successo di pubblico e di critica prima a Parigi, poi in tutta la Francia e nei festival europei più prestigiosi e infine in Italia.
Il Musical di Nicola Piovani e Alfredo Arias è uno spettacolo di ispirazione europea, ma con forti radici sudamericane. Concha Bonita è Pablo, anzi, “era” Pablo, di professione calciatore: l’incontro con la vita e i sentieri della sensualità e la cultura parigina lo hanno trasformato in Concha. Partito dall’Argentina come Pablo, a Parigi diventa Concha, tanto avvenente da meritare il soprannome di Bonita. E inizia così la sua favola europea: fa strage di cuori, si assicura l’eredità di un vecchio ricco italiano; diventa una donna libera con una nuova, meravigliosa vita. Ma come tutte le favole, anche quella di Concha deve superare alcuni ostacoli. I suoi si chiamano Myriam e Dolly: sua moglie e sua figlia, arrivate dall’Argentina a ritrovare il “vecchio” Pablo che a loro insaputa ha fatto fortuna come Concha… L’idea di costruire uno spettacolo intorno al favoloso destino di Concha Bonita era da tempo nei progetti di Alfredo Arias e trovò la sua genesi iniziale con la messa in scena “en travesti” de Le serve di Jean Genet. Ma per la realizzazione di Concha Bonita, è determinante l’incontro con il compositore premio Oscar Nicola Piovani e la sua adesione al progetto. Ne è nato uno spettacolo insolito, sospeso a metà tra la fiaba e la commedia, sulla scia di un concerto recitato, che individua un percorso musicale variegato: dal rock al tango, dal melodramma alla rumba, dalla zarzuela al mambo. Un felice connubio dunque, che ha permesso al regista attraverso il ricorso a stilemi semplici e popolari, tipici della commedia musicale, le variazioni su un argomento per sua natura delicato e sempre rischioso nel trasporto in scena, quale la sessualità, le sue possibili dinamiche di trasformazione e le implicazioni conseguenti dell’essere padre o madre. Col grande messaggio finale del non avere paura a guardarsi dentro, perché – come dice Arias – “possiamo spingerci fino in fondo alle nostre fantasie, senza creare catastrofi nella vita di nessuno, trovando nuove strade per gli affetti e rispettando l’innocenza degli altri”.
Sulla scena una protagonista d’eccezione: Catherine Ringer, leader dell’eclettico gruppo rock Les Rita Mitsouko e ribattezzata in Francia come la Piaf del pop, dotata di una straordinaria duttilità vocale nell’alternare tonalità gravi e acute, così da cantare nei toni maschili e femminili. Affiancata da un cast di eccellente bravura e dagli straordinari solisti dell’Orchestra Aracoeli.