DELITTO DI PARODIA

‘A causa mia, il processo D’Annunzio-Scarpetta
soggetto Antonio Vladimir Marino
drammaturgia Antonio Marfella, Antonio Vladimir Marino, Luciano Saltarelli, Francesco Saponaro
regia Francesco Saponaro
con Gianfelice Imparato, Fortunato Cerlino, Marco Mario de Notaris, Giovanni Esposito, Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Demi Licata, Antonio Marfella, Peppino Mazzotta, Luciano Saltarelli e la partecipazione filmata di Gino Curcione, Enzo Moscato, Marino Niola, Andrea Renzi, Peppe Servillo scene Lino Fiorito
costumi Ortensia De Francesco
luci, direzione della fotografia Cesare Accetta
suono Daghi Rondanini
foto di scena Fabio Esposito
una produzione Napoli Teatro Festival Italia, Mercadante Teatro Stabile di Napoli, Teatri Uniti in collaborazione con Teatro Stabile d’Abruzzo

Storia del processo che vide il poeta Gabriele D’Annunzio in opposizione al commediografo ed attore napoletano Eduardo Scarpetta, reo – secondo l’accusa – di aver portato sulle scene la contraffazione non autorizzata della tragedia dannunziana La figlia di Jorio. Creazione composta di segmenti autonomi realizzati in diverse fasi, ognuna con una distinta necessità di rappresentazione, con scene in grado di armonizzare molteplici registri (tragico, comico, giuridico, lirico, grottesco) attraverso l’uso simultaneo di linguaggi espressivi differenti (teatro, cinema e televisione). Cinema, teatro e installazioni audiovisive creano un unico corpus performativo in cui si alternano sequenze filmiche e scene teatrali. La figura del poeta abruzzese e il suo sensistico privato rimandano al bianco e nero trascendente del cinema muto. La vicenda giudiziaria che avvilì Scarpetta e la tormentata parodiaIl figlio di Iorio danno vita alla messa in scena teatrale. Il progetto coinvolge interpreti di primo piano della scena contemporanea, con l’intenzione di moltiplicare il cortocircuito tra le suggestioni auliche del teatro dannunziano e il travolgente dinamismo della comicità scarpettiana. Nel 1904 Eduardo Scarpetta è tra i più grandi scrittori ed attori comici dell’epoca. Nel marzo dello stesso anno, Gabriele D’Annunzio è investito dal successo della sua ultima opera teatrale La figlia di Jorio. Nel mese di dicembre, senza il permesso scritto dell’autore, Scarpetta mette in scena al Teatro Mercadante di Napoli Il figlio di Iorio, parodia del lavoro dannunziano. Dopo qualche giorno Marco Praga, direttore generale della SIAE, presenta querela per plagio e contraffazione contro Eduardo Scarpetta in rappresentanza della SIAE e del socio Gabriele D’Annunzio. Il processo richiama l’attenzione di intellettuali, giuristi, letterati che prendono viva parte al dibattimento e accendono le più aspre polemiche nell’opinione pubblica internazionale. Attraverso la ricognizione della storia del teatro, gli avvocati  della difesa e della parte civile pronunciano arringhe memorabili per argomentazioni giuridiche e preziosità oratorie.