DELITTO E CASTIGO – I TRE INTERROGATORI
dal romanzo di Fëdor Dostoevskij
adattamento e regia Claudio Collovà
con Sergio Basile, Nicolas Zappa, Serena Barone
scene e costumi Enzo Venezia
suono e composizione Giuseppe Rizzo
luci Pietro Sperduti
produzione Teatro Biondo Palermo
Durata: 1 ora e 15 minuti (atto unico)
Il nuovo spettacolo di Claudio Collovà non è una riproposizione di Delitto e castigo. Non ci sono le variabili narrative e i paesaggi delle storie parallele. Si concentra su un solo tema, quello della giustizia e del libero arbitrio, affrontando questioni estreme, concetti forti come quello di pena, crimine, delitto, colpa, perdono e la giustizia in generale. Fulcro della drammaturgia sono i tre incontri tra l’assassino e il suo giudice, nei quali Dostoevskij, attraverso la vicenda tormentata del protagonista, Raskòlnikov, spinge la colpa ai suoi estremi confini, in quella zona dove bene e male, orrore e compassione, si prestano a configurare il concetto di giustizia, il suo valore non è filosofico ma politico. Gli interrogatori sono i momenti cruciali del romanzo, nei quali emerge chiaro che gli uomini si dividono in due categorie: quelli “comuni”, tenuti ad attenersi alla morale umana, e quelli “eccezionali” svincolati da ogni obbligo morale e legittimati a violare qualunque legge e che per la loro superiorità hanno il diritto di uccidere se il loro atto può servire al bene comune. Come in una partita a scacchi, le cui mosse seguono regole particolari che ci riguardano tutti, il libero arbitrio sembra dare scacco alla giustizia, prima che tutto si capovolga, almeno nelle nostre coscienze. Agli interrogatori è presente una vecchia, un fantasma dai contorni shakespeariani che vibra ossessivamente nel cervello di Raskòlnikov, e che segna come un angelo nero e muto l’ulteriore sofferenza del protagonista.