Caricamento Eventi

DIARIO PRIVATO

regia Luca Ronconi

TEATRO MERCADANTE 16 Novembre 2005   27 Novembre 2005
date da definire

Ospitalità

16 – 27 novembre 2005 | Sala Mercadante

Teatro di Roma
Diario privato
da Journal Littéraire di Paul Léautaud
riduzione Raffaele La Capria
regia Luca Ronconi
con Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer
e con Paola Bacci
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca, Simone Valsecchi
luci Guido Levi
musiche a cura di Paolo Terni eseguite dal vivo al pianoforte da Maurizio Aschelter

“Stasera guardavo le donne passare per strada: quei visi, quei bei corpi! Meglio non vederli quando si ha un desiderio come ho io, che mi tormenta giorno e notte. Se penso che verrà un giorno in cui dovrò rinunciare a tutto questo. È proprio vero che la vita di un uomo finisce quando finisce la sua vita sessuale.”
Di tutto il diario di Léautaud che Ronconi sta mettendo in scena con Léautaud (io) Madame Cayssac (Anna Proclemer) Marie Dormoy (Paola Bacci) è questa la frase che mi ha colpito di più fra le mille che egli dice inframmezzate da date impronunciabili che vanno dal 1917 fino al 1950.
Che sarà? Sarà che mi riguarda? Sarà che temo mi riguarderà? Come dice l’Imperatore Adriano la peggiore iattura che può capitare ad un uomo in mezzo ai mille acciacchi dell’orrida vecchiaia è “l’atroce mancanza di desiderio”.
Se questo è il testo sembra drammatico, quasi tragico.
Lo è e non lo è.
In realtà la cavalcata di Leautaud fra il Mercure de France, i suoi cento gatti e mille cani (i veri amori della sua vita) è fondamentalmente leggera, ironica, graffiante, intelligente, autodistruttiva. C’è una donna nella sua vita, una sola (Anne Cayssac) che lo eccita, che insomma… come si dice… lo fa sentire maschio. Con qualcosa di eretto che fa la differenza tra l’uomo e la donna, ma l’uomo dice, in genere a vantaggio della donna, “vive la difference!”.
Leautaud che c’entra con Albertazzi? Fisicamente per quanto molto più giovane – si fa per dire – è piuttosto bruttino, ha un solo dente (è unidentato) è sciamannato, vagamente sporco, calvo, però negli occhi ha uno straordinario splendore.
E Albertazzi? Dudù La Capria, che ha ridotto lo sterminato Journale Particulaire per la regia di Luca, mi dice a proposito della verosimiglianza tra me e Leautaud: “tu si troppo nu bellu guaglione!”
Staremo a vedere!
È eccitante lavorare con Luca. Ed è eccitante lavorare con Anna.
Sono eccitatissimo.

Giorgio Albertazz