Renato Carpentieri
in
Falstaff
un laboratorio napoletano
regia Mario Martone
dai drammi di William Shakespeare
Riccardo II
(I, 3 – traduzione di Enzo Moscato)
Enrico IV, parte prima
(I, 2; II, 1, 2, 4; III, 3; IV 2, 3; V, 4)
Enrico IV, parte seconda
(II, 1, 2, 4; III, 2; IV, 5; V, 3, 4)
Enrico V
(II, 1, 3)
traduzione elaborata collettivamente nell’ambito del laboratorio confrontando le versioni di Gabriele Baldini, Massimo Bacigalupo, Goffredo Raponi
con Renato Carpentieri (Sir John Falstaff) , Anna Redi (Ostessa Quickly) e i partecipanti al laboratorio: Angelo Borruto (Napoli 1987 cameriere, Glendower, sacerdote, araldo), Nino Bruno (Napoli 1991 Francis, paggio), Rocco Caprano (Formia 1980 Bardolph), Vittorio Cipollaro (Napoli 1988 vetturale, Snare), Gino De Luca (Torre del Greco 1980 giardiniere, commissario, Pistol, Shallow), Gennaro Di Gennaro (Napoli 1980 vetturale, Fang), Vito Esposito (Maddaloni 1989 Clemence), Lorenzo Gleijeses (Napoli 1980 principe Henry detto anche Hal, poi re Enrico V), Demi Licata (Napoli 1985, Doll Straccialenzuola), Pasquale Ioffredo (Napoli 1985, Poins), Alessio Paone (Napoli 1990, Pito), Danilo Rovani (Napoli 1979 Gadshill, Henry Hotspur, Nym), Michele Schiano Di Cola (Pozzuoli 1982 viaggiatore, Mortimer, giudice supremo, Silence)
Alberto Ferraro è re Enrico IV che dorme
Le uditrici Elena Fattorusso e Valeria Sacchi sono le ragazze dell’osteria
regista collaboratore Raffaele Di Florio
costumi Daniela Salernitano
luci Cesare Accetta
musiche Daniele Sepe, Josquin Desprez, Alesini & Andreoni, anonimo inglese del XIII secolo
direttore di scena Grazia Paggetta
datore luci Armando Esposito
primo elettricista Mario Nappo
fonico Italo Buonsenso
macchinisti Gennaro Giannini, Enzo Lepre
attrezzisti Oriana D’Urso, Antonio Laino
sarta Iolanda Roberti
si ringraziano Raffaella Pontarelli Gigi De Luca, Gianluca Guida, Hubert Westkemper,
un ringraziamento particolare a Enzo Moscato
produzione Mercadante Teatro Stabile di Napoli – Teatro Festival Italia
Negli spazi del San Ferdinando Mario Martone presenta un lavoro realizzato con giovani attori e un piccolo gruppo di ragazzi del laboratorio teatrale dell’Istituto Penitenziario Minorile dell’isola di Nisida. L’accostamento di Nisida al San Ferdinando non è una scelta casuale: Martone rende omaggio alla memoria di Eduardo De Filippo e al suo forte legame con questi due luoghi: da una parte il teatro che fu suo, comprato in macerie e ricostruito con fatica dopo la guerra, dall’altra quello progettato e realizzato all’interno dell’Istituto Penale per i Minorenni e che lo ha visto impegnato in prima persona nel riscatto dei ragazzi ospiti. Il laboratorio di Mario Martone si concentra sull’ambiguo rapporto tra Falstaff e i giovani che lo attorniano, e ne individua una naturale ambientazione in una città “teatro di guerra” come Napoli.