Caricamento Eventi

FAUST

di Wolfgang Goethe, regia Eimuntas Nekrošius

TEATRO MERCADANTE 14 Marzo 2008   15 Marzo 2008

Evento Navigation

date da definire

Ospitalità

14 – 15 marzo 2008, ore 20.00 | Sala Mercadante

Compagnia Meno Fortas con la co-produzione di ERT Emilia Romagna Fondazione, Theatre de la Place Liege, Baltic Hause Pietroburgo, in collaborazione con il Ministero della Cultura Lituano e Aldo Miguel Grompone, Roma. Organizzazione internazionale Aldo Miguel Grompone
Faust
di Wolfgang Goethe
regia
Eimuntas Nekrošius
con Vladas Bagdonas, Salvijus Trepulis, Elžbieta Latenaité,
Povilas Budrys, Vaidas Vilius, Kestutis Jackštas,
Margarita Žiemelyté, Gabrielia Kuodyté, Viktorija Streica,
Diana Gancevskaite, Viaceslav Lukjanov, Vladimiras Dorondovas
costumi Nadežda Gultiajeva
scene Marius Nekrošius
musica Faustas Latenas
luci Džiugas Vakrinas
suono Arvydas Dukšta
foto di scena Dmitri Matvejev

Dopo aver attinto agli amati Shakespeare e Čechov, Eimuntas Nekrošius – regista teatrale lituano contemporaneo, tra i più famosi a livello internazionale – si è rivolto per il suo teatro alla letteratura. Il Faust, indiscusso e tormentato capolavoro di Goethe, pareva una buona scommessa per il suo lavoro che nelle immagini trova la sua più naturale dimora e la forza di irrompere scenicamente. La storia narrata riprende una leggenda popolare tedesca nella quale Johann Faust, scienziato ormai vecchio e tentato da Mefistofele, vende la propria anima in cambio di giovinezza, sapienza e potere. Intensa la sfida per Nekrošius mago delle visioni e per la sua compagnia Meno Fortas. Il regista si confronta con l’uomo moderno tout court e con il suo continuo sforzo per superare i limiti. Streben è il termine che lo caratterizza lungo tutta l’opera, come descriveva Ulisse, la cui follia risiedeva nel tentativo di superare quel confine proprio della finitezza umana che separa il conosciuto dall’ignoto. Faust nel primo prologo è disperato, tanta sapienza non gli permette di conoscere l’intima essenza della Natura, quindi decide di ricorrere alla magia, Mefistofele sfida Dio, dimostrando come Faust, pur affannato nella ricerca di nuovi ed elevati saperi, non disdegna un piacere proveniente dall’abbandono della sapienza.