FINE DI DONNA LIONORA
drammaturgia Maurizio Braucci
regia Alessandra Cutolo
con Teresa Saponangelo, Flora Faliti, Vincenzo Nemolato, Anna Patierno
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Gigi Saccomandi
suono e fotoproiezioni Alessandro Innaro, Alessandro Papa
aiuto regia Daniela De Stasio
assistente alla regia stagista Monica Costigliola
direttore di scena Domenico Pepe
elettricista Carmine Pierri
fonico Alessandro Innaro
sarta Francesca Colica
foto di scena Marco Ghidelli
realizazzione costumi Farani Sartoria Teatrale
materiale elettrico e fonico Emmedue
si ringrazia Giovanni Ludeno
produzione Teatro Stabile di Napoli
La fine di Donna Lionora, terza parte della trilogia, è l’ultimo atto della rivoluzione napoletana. È il racconto della morte della donna che l’ha rappresentata. Ma anche del naufragio di un’utopia. La fine del sogno di abolire i privilegi di una parte della città. Il sogno di accorciare la distanza tra lazzari e giacobini, ignoranti e colti, selvaggi ed educati. Lo sforzo di portare in città l’enorme potenziale di modernità che il secolo dei lumi aveva diffuso in Europa. Il tentativo di comunicare coi lazzari recalcitranti e d’imporre loro una visione del mondo. La fine del “Monitore Napoletano”, il giornale che avrebbe voluto educare il popolo.
Cosa resta oggi di quest’utopia? Il resto di niente? O forse alcune delle questioni centrali della città sono le stesse di allora? La parola di Enzo Striano, nell’adattamento di Maurizio Braucci, si integra con quella di Vincenzo Cuoco, giacobino sopravvissuto alla sconfitta, addolorato nel raccontare il sacrificio della sua generazione e teso nello sforzo di “giovare ai posteri”.
Terza tappa del progetto IL RESTO DI NIENTE
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