13/12/2016
ore 21:00
14/12/2016
ore 17:00
15/12/2016
ore 17:00
16/12/2016
ore 21:00
17/12/2016
ore 19:00
18/12/2016
ore 18:00

IL GIUOCO DELLE PARTI
da Luigi Pirandello
adattamento Roberto Valerio, Umberto Orsini, Maurizio Balò
regia Roberto Valerio
con Umberto Orsini, Alvia Reale, Totò Onnis, Flavio Bonacci, Carlo De Ruggieri, Woody Neri

scene Maurizio Balò
costumi Gianluca Sbicca
disegno luci Pasquale Mari

produzione Compagnia Umberto Orsini s.r.l.

Umberto Orsini torna nei panni di Leone Gala nel celebre dramma pirandelliano già interpretato nel 1996. La vicenda è quella di marito, moglie e amante in un intrigo di passioni che porta all’eliminazione di uno dei tre. Il giovane regista Roberto Valerio, in questo allestimento, ha immaginato il protagonista Leone Gala che, sopravvissuto ai fatti narrati, cerca di ripercorrerli come uno scrittore che voglia mettere ordine nelle bozze. Ce ne offrirà inevitabilmente una visione parziale e soggettiva ampliando i piani del racconto e facendolo piombare in un clima tra reale e irreale, presente e passato, razionalità e follia.

“IL GIUOCO…” : NOTE DI REGIA
“La vicenda della commedia è nota: i soliti tre: il marito, la moglie, l’amante. Il marito, Leone Gala, s’è separato amichevolmente dalla moglie Silia; egli continua ad essere ufficialmente il marito; ma vive per conto proprio in una casa che è quasi un romitaggio. Ogni sera tanto per salvare le apparenze, passa dal portinaio della signora, domanda se c’è niente di nuovo e se ne va. Se ne va verso i suoi cari libri e verso le batterie della sua cucina, perché egli coltiva con finezza la gastronomia, e ama comporre salse preziose aiutato dal suo cameriere-cuoco con il quale parla di Socrate e Bergson.
Mentre il marito prepara gli intingoletti, la moglie fa due cose: si prende, o continua a tenersi un amante (Guido Venanzi) preso in precedenza, e si annoia. Si annoia perché è libera, sì, ma in fondo la sua libertà è relativa. E’ una libertà che il marito le concede e ciò la irrita. Se almeno il marito si disperasse per essere lontano da lei! Se almeno fosse geloso! Se almeno vivesse una vita acre e iraconda! Ma no, egli è tranquillo; egli s’è vuotato d’ogni sentimento; è ormai uno spettatore del mondo. La signora Gala, indignata, vuole farlo diventare attore. Al punto che, quando le si presenta una fortuita occasione – l’involontaria ma gravissima offesa fattale da un gentiluomo – progetta di mettere a repentaglio la vita del marito, trascinandolo in un duello…
La scelta fatta è di ricercare il cuore pulsante della commedia nella novella “Quando si è capito il giuoco”. La novella è il vero, intimo laboratorio artistico di Pirandello; è lì che egli crea i suoi personaggi-impiegatucci, piccoli funzionari statali, contadini – immersi nella realtà sociale “bassa” della Sicilia rurale; è lì che troviamo il Pirandello più genuino e diretto e probabilmente quello più interessante oggi. Le novelle di Pirandello si presentano, in genere, come racconto di una situazione, di un caso, che determina uno scarto, uno strappo, un momento di crisi nella vita ordinaria di un personaggio. Di solito L’incipit coincide con l’epilogo (il racconto inizia dalla fine) oppure con il momento di crisi; poi si assiste a un movimento all’indietro (flashback) volto a ricostruire i fatti. Non si arriva tuttavia a una verità oggettiva (a rapporti certi di causa-effetto), ma solo a una verità soggettiva, del personaggio, o del narratore. Rifarsi alla novella offre una grande possibilità creativa sia sul piano dell’interpretazione. Nello spettacolo “Il giuoco delle parti”, al centro della rappresentazione troviamo Leone Gala rinchiuso in una sorta di “Stanza della tortura”; egli ripercorre i fatti; ma ricucire lo strappo è impossibile, impossibile continuare la vita di prima, se non a patto di una lucida follia.

Roberto Valerio