Incontri Pulcinella
un vero emblema glocal
Ridotto del Mercadante lunedì 22 novembre ore 17.00
Sono stati l’antropologo Marino Niola e il regista e attore Renato Carpentieri – presenti gli attori e i registi dei quattro spettacoli in rassegna – i protagonisti dell’incontro sulla “maschera” napoletana, che si è tenuto alle ore 17.00 di lunedì 22 novembre nel Ridotto del teatro di Piazza Municipio.
L’incontro è stato promosso nell’ambito del progetto firmato da Renato Carpentieri Pulcinella al Mercadante, quale momento di approfondimento della storia, la funzione e gli aspetti socio-antropologici della popolare maschera.
“Il ciclo di incontri – dichiara Renato Carpentieri – annunciato fin dall’inizio della manifestazione ci appare oggi, considerato il successo e il grande afflusso di studenti e di giovani che stiamo registrando alle rappresentazioni, ancor più necessario e utile per indagare e conoscere, attraverso testi e autori, l’evolversi di una delle più imponenti culture teatrali del mondo con i suoi grandi protagonisti.”
Ospite dell’incontro di lunedì 22 l’antropologo Marino Niola, docente presso l’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa: “Ho accettato con grande piacere l’invito del Teatro Mercadante al dialogo con Renato Carpentieri su Pulcinella. Mi sembra particolarmente stimolante per chi, come il sottoscritto, si occupi delle identità e dei loro simboli, un confronto sulla maschera. Soprattutto su una maschera come Pulcinella che non ha una identità e per questo le possiede tutte e tutte le “altera”. Ovvero fa emergere l’altro che è nell’io, e nel noi.
Il Pulcinella dell’Arte, quello cioè di Goethe, di Strawinskji, di Picasso, quello di Petito e quello di Carpentieri hanno questo in comune.
Non hanno tempo e luogo, come tutto ciò che è di tutti e proprio questa è la ragione della loro straniata “utopia”.
Inattualmente nel presente proprio perché il segreto della maschera non nasconde mai un viso, semmai il suo contrario, rivela uno svisamento dell’essere. E questo fa della cosiddetta maschera napoletana un segno ad alta definizione che funziona in ogni contesto proprio per la sua virtualità infinita: un vero emblema glocal. Che è l’opposto della napoletanità, o forse è lo svelamento della sua esibita illusione.”
Le Avanguardie Artistiche e Pulcinella
Ridotto del Mercadante lunedì 17 gennaio 2005 ore 17.30
Sono stati Matteo D’Ambrosio e Renato Carpentieri – presenti gli attori e i registi dei quattro spettacoli della rassegna Pulcinella al Mercadante – i protagonisti dell’incontro dedicato alla “maschera” napoletana: “Le avanguardie e Pulcinella”, che si è tenuto alle ore 17.30 di lunedì 17 gennaio nel Ridotto del teatro di Piazza Municipio.
L’incontro è stato l’ultimo di tre appuntamenti che hanno accompagnato il ciclo della rassegna curata da Carpentieri, quali momenti di approfondimento delle funzioni e degli aspetti socio-antropologici della popolare icona della cultura teatrale partenopea.
“Ho accettato l’invito del Teatro Mercadante ad un incontro-dialogo su Pulcinella pensando di focalizzare l’attenzione sulle avanguardie storiche del ‘900, che hanno dedicato alla maschera alcuni ampi e ambiziosi progetti” – spiega Matteo D’Ambrosio, docente di Storia della critica letteraria della Facoltà di lettere e filosofia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. “Col supporto di proiezioni e attraverso l’ascolto delle musiche originali sono stati considerati il famoso balletto che, a Parigi, nel 1920, vide impegnati in una difficile collaborazione Diaghilev, noto direttore della compagnia dei balletti russi (maggiormente interessato alle caratteristiche tradizionali della maschera), Picasso (più propenso ad un’interpretazione plastica di taglio cubista), Massine e Strawinski (il quale scoprì per l’occasione la musica del Settecento napoletano affidandosi a Pergolesi per esprimere il proprio, personale “ritorno all’ordine); le diverse opere di Gino Severini, e in particolare il ciclo degli affreschi decorativi del castello rinascimentale di Montegufoni (1921-’22); alcuni disegni di Prampolini, di cui uno tipicamente futurista, dal colorismo luminosamente mediterraneo”.