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INIZIO DI DONNA LIONORA
drammaturgia Maurizio Braucci
regia Sarasole Notarbartolo
con Floriana Cangiano, Stefano Ferraro, Irene Vecchia

costumi Gina Oliva
ombre Irene Vecchia
assistente alla regia Riccardo Pisani
direttore di scena e macchinista Domenico Pepe
elettricista Carmine Pierri
fonico Alessandro Innaro
realizzazione scene Alovisi attrezzeria

produzione Teatro Stabile di Napoli

si ringrazia Rosa Maria Leone, Selvaggia Filippini, Carmine Luino, Raffaele Giglio, Vincenzo Botte.

Questa è la domanda che ha attraversato e diretto tutta la nostra attenzione ed emozione nel lavoro sulla prima parte de Il resto di niente.
Il cuore/coraggio/passione di Eleonora racconta tutta la sua forza sin dai primi battiti. Con stupore io l’ho vista, attraverso lo sguardo di Striano e la penna di Braucci, in quell’epoca in cui è stata un continuo, fragile, portentoso e arrabbiato “divenire”, prima che una forma adulta la consegnasse alla storia.L’infanzia e l’adolescenza di Eleonora Pimentel Fonseca ci restituiscono più che mai la sensazione di una luce che è reazione all’oscurità. Dando questo sguardo agli anni del suo sviluppo si coglie nitida la fatica che comporta l’essere eccellenti, soprattutto quando questa eccellenza si manifesta in una giovane vita che deve attraversare due non piccoli ostacoli: in primis la povertà e poi, ma forse soprattutto, la sciagura/ occasione di essersi manifestata in un corpo di femmina.
In questa prima parte della sua storia si sente tutta la distanza che intercorre fra la sua vita e la vita facile dei suoi coetanei. Con impeto combatte per l’essenziale e per la sopravvivenza, e al contempo persegue la sua formazione e divora libri di scienze, politica, economia, parla e scrive e legge in italiano, in francese, in latino, in greco, ovviamente in portoghese e poi, con attenzione e studio e rispetto e cura, anche in napoletano.
Ma non è solo dall’eccezionalità della sua storia che restiamo rapiti. Approfondire la sua “normalità”, le sue incertezze, le paure, gli abbandoni d’amore, ci ha dato l’occasione di scoprire la fragilità del gigante, la paura dell’eroe e ci ha fatto sentire quello che credo per lei fosse essenziale: e cioè quanto la necessità di una rivoluzione-evoluzione, sia scottante e urgente in ognuno di noi.
Sarasole Notarbartolo

Prima tappa del progetto IL RESTO DI NIENTE.

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"Qual è il cuore che batte nel petto di una piccola rivoluzionaria?"

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