LA NEVE DEL VESUVIO

diretto e interpretato da Andrea Renzi
scene Luigi Ferrigno
costumi Zaira de Vincentiis
disegno luci Gigi Saccomandi
assistente alla regia Elena Cepollaro
assistente scenografo Armando Alovisi
assistente ai costumi Elena Soria
direttore di scena Domenico Pepe, datore luci Ciro Petrillo, fonico Alessandro Innaro,
macchinista Alessio Cusitore, materiale fonico elettrico Emmedue
produzione Teatro Stabile di Napoli

Note di regia

Il Tempo di solito non è visibile e per diventarlo cerca dei corpi.
Marcel Proust

Ne La Neve del Vesuvio , una raccolta di racconti autobiografici il cui protagonista è Tonino, un bambino che viene descritto dai due anni fino al primo ginnasio nella Napoli degli anni ‘30, lo stile di La Capria raggiunge un vertice di nitore, semplicità e trasparenza. “Mi interessavano quei momenti in cui mentre la vita scorre inavvertita, avviene per caso e all’improvviso la scoperta di una verità che ci tocca nel profondo e resta poi radicata nell’animo per sempre”, l’Autore stesso così argomenta le ragioni del suo libro. Gli eventi di questo piccolo romanzo di formazione sono le scoperte conoscitive che vanno formando la coscienza di Tonino: da quando scopre di vivere nel tempo, a quando scopre di essere uno e distinto e passa dalla pura sensazione alla parola. Una voce adulta racconta il suo sentire bambino e nel tessere il filo del passato e le figure che accompagnano la sua crescita – la madre, il padre ,il professor Haberstumpfs – Tonino gradualmente si stacca dal suo mondo infantile e acquisisce la consapevolezza della perdita dell’infanzia e della sua totalità di visione. La voce di La Capria è una musica inconfondibile, ricchissima di infinite sfumature, di umorismo, di acutezze, di sottintesi, di indolenze, di malinconie, di colori. La sfida è darle corpo, abitare quelle parole, sognarle e immaginare cosa avviene nello spazio tra una parola e l’altra, e indagare i pensieri che vi sono dietro per portare dalla pagina all’oralità alcuni di questi straordinari racconti. Penso a una forma di teatro centrata, con chiarezza e semplicità, sulla pura relazione tra attore e spettatore. La Neve del Vesuvio , una neve fugace e meravigliosa come l’infanzia, ci spinge con leggerezza verso un essenziale contatto con la nostra parte infantile, una rara esperienza di equilibrio tra grazia e ragione, tra fantasia e verità.

Note sul progetto

Per continuare a valorizzare la funzione “sperimentale” di spazio riservato alla varietà delle proposte e alla ricerca “in vitro” di nuove forme sceniche del Ridotto, lo Stabile propone un secondo progetto in continuità con quello dedicato alla Ortese, imperniandolo sulle opere di un altro scrittore che tanta parte della sua produzione ha dedicato a Napoli, Raffaele La Capria.

A partire da L’armonia perduta – in cui l’autore descrive la rivoluzione napoletana del 1799, la guerra mortale tra plebe cittadina e borghesia colta – i cinque registi coinvolti nel progetto allargheranno la loro indagine teatrale sui temi affrontati da La Capria in altre sue opere sulla città, quali la nostalgia, la ferita infertale dalla storia e quella covata in fondo al cuore, la luce e il buio della ragione, la perdita straziante di qualcosa che forse non c’è mai stato, ma di cui si continuano a cercare le tracce per tutta la vita.

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