Pamela Villoresi
MEMORIE DI UNA SCHIAVA
liberamente tratto da Spedizione al Baobab di Wilma Stockenstrom
traduzione in italiano Susanna Basso – edizioni Ilisso
musiche dal vivo Baba Sissoko
scene Luigi Ferrigno
assistente scenografo Armando Alovisi
costumi Giovanna Napolitano
disegno luci Gianni Netti
assistente alla regia Maica Rotondo
adattamento drammaturgico e regia Gigi Di Luca
produzione La Bazzarra
“Poema vegetale”, come la traduttrice Susanna Basso lo definisce, il romanzo della scrittrice sudafricana bianca, Wilma Stockenstrom, da cui trae ispirazione lo spettacolo, è stato scritto nel 1981 in afrikaans. Ed è bello notare che questo racconto di una schiava trovi parola nella lingua stessa di chi quella sofferenza ha causato, nella lingua gutturale e straniera dell’offesa. Le memorie di una schiava, il suo desiderio di opporre resistenza alla vita, alla sua vita di violenze a cui è naturalmente costretta, sono il punto di partenza dello spettacolo […].
La riflessione del personaggio del testo ci aiuta a riflettere e ci spinge a indagare sulla sottomissione psicologica e fisica, sulla schiavitù contemporanea che con nuove forme di costrizione continua a negare la libertà e la dignità umana. Le parole poetiche della Stockenstrom e la storia della schiava sudafricana incontrano le storie e i volti delle ragazze nigeriane, senegalesi, ghanesi, albanesi, di oggi. La messa in scena si muove su più piani narrativi, parole, immagini e musiche eseguite dal vivo da musicisti africani, dai “Griot”, canta-storie chiamati a raccontare nuove e più amare storie, a cantare un solo grande “canto corale di libertà”.