MOLLY SWEENEY

di Brian Friel traduzione Monica Capuani e Marta Gilmore regia Andrea De Rosa con Umberto Orsini, Valentina Sperlì, Leonardo Capuano scene Laura Benzi costumi Ursula Patzak luci Pasquale Mari suono Hubert Westkemper una produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione / Teatro Metastasio Stabile della Toscana

Dopo le originali versioni dell’Elettra di Hofmannsthal e della Maria Stuart di Schiller, prodotte dal Teatro Mercadante, il regista Andrea De Rosa, con l’ormai consolidata collaborazione di Hubert Westkemper, sfrutta ancora una volta al massimo l’attività percettiva del pubblico facendo sì che esso si trovi immerso o, addirittura, in balia della rappresentazione. La suggestione stavolta arriva da un testo di Brian Friel, Molly Sweeney e dalla volontà di interrogarsi sull’estrema soggettività con cui ciascuno di noi crea la propria immagine del mondo basandosi sulle proprie capacità sensoriali. Per mettere in scena quest’opera, ispirata a un fatto realmente accaduto e raccontato dal neurologo Oliver Sacks, impone al pubblico un ascolto tattile immergendolo in un buio molto vicino alla cecità della protagonista, per poi riportarlo alla normalità quando quest’ultima dopo un intervento la recupera.
Il testo, che vede in scena Umberto Orsini, Valentina Sperlì e Leonardo Capuano, apre uno squarcio profondo sui problemi etici e filosofici che la cura dei pazienti può avere sugli stessi. Brian Friel rielabora la vicenda di un singolare caso clinico mantenendo intatto il rigore scientifico e introducendo degli elementi che trasfigurano il caso. La folgorante e drammatica storia di Molly Sweeney tratteggiata con un’umanità senza diaframmi, mette a nudo la disarmata vulnerabilità di tutti i personaggi