MONTEDIDIO
dal romanzo omonimo di Erri De Luca
scritto e diretto da Dani Horowitz
versione italiana del testo Claudia Della Seta
con la collaborazione di Erri De Luca
scene Eran Atzmon
costumi Yehudit Ofek
musica Yuval Mesner
disegno luci Ya’acov Sliv
assistente alla regia Idan Meir
con Itamar Argov, Claudia Della Seta, Amir Dulitsky, Sebastiano Filocamo, Hila Meckier, Olek Mincer, Royi Nave, Stefano Viali
una produzione Afrodita Compagnia in collaborazione con il Teatro Comunale di Haifa
Afrodita Compagnia in collaborazione con il Teatro Comunale di Haifa propone un’originale versione teatrale di uno dei romanzi di maggiore successo dello scrittore napoletano Erri De Luca, Montedidio.
Concepito originalmente in lingua ebraica, lo spettacolo – che ha debuttato ad Haifa nel 2007 – viene riproposto in versione italiana. Per tale occasione, Erri De Luca collaborerà con Claudia Della Seta alla traduzione ed elaborazione linguistica del testo di Horowitz.
Come sempre avviene nei progetti di Afrodita Compagnia, anche in questa occasione gli attori si confronteranno con una lingua non loro. In questo caso si tratta del dialetto italiano più orgoglioso e pieno d’amore. Per la versione italiana di Montedidio infatti, attori israeliani – arabi ed ebrei – reciteranno, rispettando la struttura del testo, in napoletano o in italiano. Lo spettacolo e la scena diventano, pertanto, un’occasione di possibile incontro tra culture, etnie, religioni e lingue diverse, oltrepassando i limiti a volte stabiliti da ragioni politiche, storiche e sociali. La collaborazione tra artisti italiani, arabi e israeliani diventa opportunità d’interazione e dialogo tra i membri della compagnia, gli attori e, per estensione, tra il pubblico.
“L’esilio è un destino fisico o dell’anima, imposto o scelto”. La particolare connessione tra Erri De Luca di Napoli e Daniel Horowitz di Pardeschana, in Galilea, si avverte forse tra le parole di una frase che appartiene sia al romanzo che allo spettacolo – “Quando ti viene una nostalgia non è mancanza, è presenza…” Montedidioracconta la sensazione dell’essere stranieri, in terra propria o altrove.