NAPOLI MON AMOUR
di Alessio Forgione
adattamento Mariano D’Amora
regia Rosario Sparno
con Gennaro Apicella, Angela Fontana, Marcello Manzella
scene Giorgia Lauro
costumi Giuseppe Avallone
luci Angelo Grieco
aiuto regia Antonella Romano
direttore di scena Nicola Grimaudo
datore luci Alessandro Messina
fonico Diego Iacuz
sarta Roberta Mattera
foto Marco Ghidelli
in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Napoli
scenografi tirocinanti Fabio Cosimo, Alessandro Fraia, Assunta La Corte, Cecilia Marcucci, Jia Chenghao, Wu Yongqi
Napoli mon amour è pubblicato da NNEDITORE Milano
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Durata: 1 ora (atto unico)
Rosario Sparno firma la regia di Napoli mon amour, romanzo d’esordio di Alessio Forgione adattato per il teatro da Mariano D’Amora. Una storia lucida e a tratti febbrile, che ha il ritmo di una corsa tra le leggi agrodolci della vita e i chiaroscuri dell’innocenza, caratterizzata da una lingua incalzante, sonora, intessuta di tenerezza.
“Amoresano è il trentenne protagonista di questa storia”, scrive Sparno nelle sue note. “Di questa Napoli. Una Napoli, grigia, notturna, delle birre bevute per strada con gli amici, del nucleo familiare che diventa limbo per una vita che non sia ha il coraggio di vivere appieno. Una Napoli che è condanna azzurro mare. Si può passare l’intera vita aspettando di andarsene “fuori”, via, a lavorare, lontano da un presente ingiusto e una città ingrata? Amoresano è un uomo in attesa del tempo che scorre, che sogna ma senza più forze, di andare verso quel “fuori”. Che insegue il suo romanzo, mai finito. “Provai orrore al pensiero che forse mi ero seduto sul ciglio della strada ad aspettare che le cose accadessero o che qualcuno si fermasse a raccogliermi”. E poi c’è l’incontro con il suo sogno: Raffaele La Capria. “Lei deve innalzarsi sulla Storia Amoresano. Come se ci volasse sopra. Mi spiego”? E poi c’è l’incontro con Nina; lei sogna e vive con forza, come un uragano che travolge e devasta. Napoli mon amour è un amore che faccio mio e degli spettatori che in questa città hanno deciso di restare, anche a kilometri di distanza. “Non parliamo di Napoli, però, la prego. Per me, sa, è fonte di gioie e dolori”.