NOCCIOLINE
di Fausto Paravidino
regia Renato Carpentieri
con gli allievi della Scuola del Teatro di Napoli Triennio 21 – 24 Claudio Bellisario, Sabrina Bruno, Serena Cino, Nicola Conforto, Arianna Iodice, Eleonora Limongi, Claudia Moroni, Alfredo Mundo, Davide Gennaro Niglio, Gaia Piatti, Matteo Sbandi, Sharon Spasiano
aiuto regia Antonio Marfella
scene Arcangela Di Lorenzo
luci Cesare Accetta
costumi Roberta Mattera
realizzazione scene a cura degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli
direttore di scena Domenico Riso
datrice luci Desideria Angeloni
macchinista Vittorio Menzione
sarta Annalisa Riviercio
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
spettacolo in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival
Il triennio 2021-2024 della Scuola del Teatro Nazionale di Napoli, diretta da Renato Carpentieri, è giunto alla sua conclusione. Per l’occasione, gli allievi, sotto la guida registica del loro direttore, hanno portato in scena Noccioline che Fausto Paravidino scrisse nel 2001 a soli 25 anni su commissione del Royal National Theatre di Londra. Ritorna al San Ferdinando con tre repliche straordinarie in occasione della nostra anteprima di stagione dedicata ai giovani artisti e alle scuole di formazione teatrale.
L’opera, articolata in ventitré scene, ognuna introdotta da un titolo metaforico, racconta di un gruppo di ragazzi, che in un elegante salotto ordinano pizza e consumano Coca-Cola. Sono adolescenti inconsapevoli di ciò che li circonda, al punto da risultare innocenti anche delle piccole angherie tipiche di quell’età, che diventano però auspicio di violenza futura.
La causticità è financo divertente e non si percepisce chi ha torto e chi ragione. Un modo d’agire diverso appare, tuttavia, impossibile.
Il secondo atto è ambientato dieci anni dopo e il futuro si configura, se è possibile, ancora più oscuro. Quei presagi di un tempo a venire più cattivo sembrano essersi materializzati tutti.
I bambini una volta innocenti sono ora adulti violenti, che non riescono a ricordare. Conservano però l’umorismo di un tempo e questo li rende ancor più inquietanti. Non c’è oscenità in questi personaggi, ma è la loro spaventosa freddezza a non lasciare indifferente lo spettatore.