Produzioni
20 marzo – 1 aprile 2007 | Palcoscenico Mercadante
Mercadante Teatro Stabile di Napoli
‘Nzularchia
di Mimmo Borrelli – Testo vincitore della 48a Edizione del Premio Riccione per il Teatro
regia Carlo Cerciello
con Peppino Mazzotta, Pippo Cangiano, Nino Bruno
scene Roberto Crea
costumi Antonella Mancuso
musiche Paolo Coletta
luci Cesare Accetta
suono Hubert Westkemper
aiuto regia Adele Amato De Serpis
assistente scenografo Michele Gigi
coreografie aeree Valeria Zurlo
direttore di scena Marcello Iale
datore luci Peppe Cino
fonico Cesare Gardini
macchinista Gigi Sabatino
foto di scena Marco Ghidelli
Nel buio ossessivamente martoriato da un’affettata oscurità squarciata dai lampi di una casa invasa da rumori e da una muffa che penetra nei corpi, ‘Nzularchia – ovvero “itterizia” – svolge una sfida al labirinto, ovvero a un luogo d’origine sfigurato e illeggibile, un gioco d’orientamento e disorientamento nell’ansia topografica della mappa per rintracciare il colpevole. L’autore, giovanissimo e forsennato nella sua ambiziosa loquacità da inferno, uno scrittore furibondo, fluviale, forte, già importante, con un’acuta sensibilità linguistica e un coraggio da leone, riesce a muovere le veglie di una inquieta, informe coscienza retroattiva alle prese con un’indagine impossibile, dove l’indiziato è un padre camorrista che toglie la vita ai figli, impedendone la nascita. Testo sul padre-assassino di una società invertebrata e deviante, seducente per il gioco a nascondere di una lingua che incessantemente osa sfidare i suoi inabitabili cul de sac, inseguendo il vorticoso e inane percorso di una identità mai veramente nata: è quella di un figlio che non ha altre armi se non ricomporre la lingua dei padri, barocca, lampeggiante e a tratti violenta, di quella violenza che è “piatto prelibato nel pranzo succulento della vita”.
(Motivazione della giuria del Premio Riccione 2005)
Rassegna stampa – estratti:
Scavando le parole, si coglie il ritmo incalzante di questa discesa nel profondo, la sua tensione allucinata, la lucida costruzione dello spettacolo diretto da Carlo Cerciello, che ribalta suggestivamente gli spazi del teatro. […] Bravo Peppino Mazzotta, bravo il giovane Nino Bruno, bravissimo Pippo Cangiano, il truce genitore. Quanto all’autore, se ai suoi esordi ha un immaginario verbale così forte, dove potrà arrivare maturando? (Renato Palazzi, «Del teatro», 13 aprile 2007)
È come una ascesa agli inferi del significato, il viaggio che sulla parola compie Gaetano il protagonista di‘Nzularchia, appena presentato nella sala grande del Mercadante come produzione dello stabile napoletano. […] Con un andamento a spirale che a tratti può far sbandare il percorso conoscitivo, il testo fruga furiosamente nelle pieghe della lingua e della coscienza. […] Cerciello dà al testo una dimensione di torrido spessore, anche grazie all’intelligenza e alla bravura di Peppino Mazzotta che del testo sorregge l’impalcatura. A fianco a lui la vitalità di Pippo Cangiano e Nino Bruno; le lucisono di Cesare Accetta, le sonorità di Hubert Westkemper. (Gianfranco Capitta, «il manifesto», 8 aprile 2007)
La regia di Cerciello trasforma il dato naturalistico in astrazione, e la storia in metafora di Napoli, ma anche del teatro, della sua insopprimibile vocazione alla tragedia, al simbolismo, al melodramma. (Renato Nicolini, «L’Unità», 29 marzo 2007)
Sono non pochi i motivi di rilievo e di interesse offerti dallo spettacolo di scena al Mercadante “‘Nzularchia”. A cominciare dal titolo, che è locuzione dialettale per itterizia, ovvero travaso di umori biliari nella linfa vitale del corpo, e che qui, per traslato, allude alla contaminazione ed estenuazione della coscienza a seguito di una tragica e devastante esperienza. Ma soprattutto per il confluire di diversi piani espressivi: l’impianto narrativo del testo di Mimmo Borrelli, le peculiarità del lessico usato dall’autore, la resa scenica della regia di Cerciello, che riconduce a sintesi drammaturgica la struttura labirintica del racconto, fusa con le suggestioni di scenografia di Roberto Crea, l’inquietante partitura musicale di Paolo Coletta, il gioco di luci di Cesare Accetta e l’adesione degli interpreti Peppino Mazzotta, Pippo Cangiano e Nino Bruno. […] Operazione significativa dello Stabile napoletano, che ha offerto coraggiosa occasione al nuovo autore e alla compagine tutta affidata a Carlo Cerciello. Da non perdere. (Franco De Ciuceis, «Il Mattino», 28 marzo 2007)
Una potente rappresentazione della vita e della morte, una creazione fortemente evocativa, capace di esaltare la ricchezza e la complessità linguistica del testo nei suoi più intimi particolari. Questi i canoni su cui si fonda‘Nzularchia, testo di Mimmo Borrelli, per la regia di Carlo Cerciello in scena al Mercadante di Napoli. […] La sapiente maestria di Carlo Cerciello sublima la scrittura, asseconda la psicologia dei protagonisti e dona all’azione un ritmo incalzante e mozzafiato. […] Le immagini dello spettacolo si fondono sempre con gli avvolgenti suoni, di Hubert Westkemper, che distillano le seducenti note di Paolo Coletta, producendo un livello di emozionalità raro per il teatro. . Spettacolari le scene di Roberto Crea, esaltate dalle luci di Cesare Accetta […] Il risultato è una creazione perfetta, sintesi della fusione armoniosa di tutte le specialità artistiche che la compongono. (Toti Bellastella, «Liberazione», 27 marzo 2007).
La regia ispirata di Carlo Cerciello sul palcoscenico del Teatro Mercadante ne fa uno spettacolo-capolavoro in un’incredibile scena di Roberto Crea che avvicina ai cento spettatori, in uno spazio raccolto sotto alle loro file di poltrone, il lussureggiante monologo con molte voci del bravissimo Peppino Mazzotta, galleggiante tra i rifiuti, mentre dal bianco lunghissimo lenzuolo che pende dall’alto sbucherà il piccirillo mai nato ma vitale del quindicenne Nino Bruno dall’impressionante naturalezza, tra le musiche centellinate e ritornanti di Paolo Coletta e un minaccioso urlio che viene dall’esterno. (Franco Quadri, «La Repubblica», 26 marzo 2007)