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‘O TUONO ‘E MARZO

di Vincenzo Scarpetta

MASCHIO ANGIOINO 16 Luglio 2020   18 Luglio 2020
Maschio Angioino, 1 Gennaio ore 21.00 e
Maschio Angioino, 1 Gennaio ore 21.00 e
Maschio Angioino, 1 Gennaio ore 21.00 e
16/07/2020 ore 21.00
17/07/2020 ore 21.00
18/07/2020 ore 21.00

‘O TUONO ‘E MARZO

di Vincenzo Scarpetta
da Un coup de foudre di Léon Xanrof e Antony Mars
regia e scene Massimo Luconi
con Gigi Savoia, Tonino Taiuti, Carmine Borrino, Anna Carla Broegg, Carlo Caracciolo, Antonello Cossia, Gino De Luca, Antonella Stefanucci, Dalal Suleiman
costumi Aurora Damanti
musiche Paolo Coletta
canzone inedita di Vincenzo Scarpetta
assistente alla regia Lucia Rocco
direttore di scena Nicola Grimaudo
macchinista Nunzio Opera
elettricista Pasquale Piccolo
fonico Italo Buonsenso
tecnico video Alessandro Papa
sarta Roberta Mattera
foto di scena Marco Ghidelli
realizzazione scene Alovisi Attrezzeria
realizzazione costumi Tirelli
calzature Pompei
trasporti Autotrasporti Criscuolo
produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale

Durata: 1 ora e 45 minuti

Durante una notte di marzo, un tuono fortissimo, un boato fuori dal normale, irrompe nei cieli ed una donna, spaventata, si mette in cerca della camera del fratello in un albergo, ma in preda allo stordimento dei sensi provocato da o’ tuono ‘e marzo si trova nel letto di uno sconosciuto. Quella notte i due consumano un rapporto d’amore, da cui una gravidanza illegittima che genera tutta una serie di equivoci e esilaranti meccanismi comici su cui sia basa questa commedia scritta da Vincenzo Scarpetta, figlio del grande Eduardo Scarpetta.
Vincenzo inizia a scrivere agli inizi del ‘900 per la compagnia paterna e quando Eduardo lascia le scene ne eredita il repertorio e la celebre maschera di Felice Sciosciammocca, che diventa protagonista delle sue commedie, anche se Vincenzo gli toglie ogni peculiarità che potesse identificarlo con un carattere fisso, permettendogli di impersonare una vasta gamma di personaggi (in questa commedia il figlio illegittimo nato da ‘o tuono ‘e marzo). In questo testo dai ritmi comici irresistibili, dove tutti i personaggi si muovono in un ingranaggio scenico perfetto, c’è una “apertura” verso una interpretazione non codificata e ancora completamente da scoprire, che delinea un’assonanza con una comicità basata sull’assurdo, sulla iterazione e sul nonsense, che ricorda per certi aspetti il cabaret e i meccanismi del teatro di Feydeau e quelli tipici del teatro dell’assurdo di Boris Vian. In questo surreale circo buffonesco e giocoso, la dimensione psicologica è azzerata, i personaggi uniscono la meccanica essenzialità delle marionette alle più classiche commedie delle miserie umane: furbizia, cinismo, egoismo, e anche un pizzico di crudeltà che rimanda alla lezione della commedia dell’arte su cui si fonda il grande repertorio della farsa napoletana.