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OTELLO

da William Shakespeare, regia Andrea Baracco

TEATRO MERCADANTE 6 Dicembre 2022   11 Dicembre 2022
Teatro Mercadante, 12 Giugno ore 21.00 e
Teatro Mercadante, 12 Luglio ore 17.00 e
Teatro Mercadante, 12 Agosto ore 17.00 e
Teatro Mercadante, 12 Settembre ore 21.00 e
Teatro Mercadante, 12 Ottobre ore 19.00 e
Teatro Mercadante, 12 Novembre ore 18.00 e
06/12/2022 ore 21.00
07/12/2022 ore 17.00
08/12/2022 ore 17.00
09/12/2022 ore 21.00
10/12/2022 ore 19.00
11/12/2022 ore 18.00

OTELLO
da William Shakespeare
regia Andrea Baracco
traduzione e drammaturgia Letizia Russo
con (in o.a.) Valentina Acca, Verdiana Costanzo, Francesca Farcomeni, Federica Fracassi, Federica Fresco, Ilaria Genatiempo, Viola Marietti, Cristiana Tramparulo
scene Marta Crisolini Malatesta
costumi Graziella Pepe
luci Simone De Angelis
musiche Giacomo Vezzani
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
con il contributo speciale della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli

produzione Teatro Stabile dell’Umbria
con il contributo speciale della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli

Durata: 2 ore e 40 minuti  (più intervallo)

 

Lo spettacolo sarà portato in scena da uno straordinario cast tutto al femminile composto da: Valentina Acca, Verdiana Costanzo, Francesca Farcomeni, Federica Fresco, Viola Marietti, Federica Fracassi nel ruolo di Iago, Ilaria Genatiempo nel ruolo di Otello e Cristiana Tramparulo  nel ruolo di Desdemona.

Con Otello, Shakespeare ha consegnato alla letteratura occidentale uno dei suoi personaggi più archetipici: Iago. E, attraverso di lui, una riflessione spietata, eppure carica di pietas, sulle debolezze umane e sull’imprevedibile capacità che abbiamo di generare il male e di accoglierlo come insospettabile parte di noi stessi. La potenza del triangolo Otello-Iago-Desdemona sta nella corsa verso la distruzione di sé e degli altri, in un gioco che trasforma l’immaginazione in realtà e la realtà in immaginazione.
Io non sono ciò che sono, dichiara Iago nella prima scena del primo atto. Questa definizione che dà di sé non cessa di essere vera se applicata anche agli altri protagonisti della tragedia. Cosa siamo, noi esseri umani, se non materia instabile, che le circostanze possono spingere alle scelte più estreme, alle scoperte interiori più inattese, e ai gesti più feroci?
La tragedia del Moro di Venezia affonda le proprie radici nella linea d’ombra su cui ognuno di noi cammina come un funambolo in cerca di equilibrio, nella speranza, ma senza la certezza, di non cadere mai.