PLAY VIVIANI
da Raffaele Viviani
diretto e interpretato da Tonino Taiuti
spazio scenico Tonino Taiuti
costumi Sara Marino
disegno luci Carmine Pierri
assistente alla regia Luca Taiuti
assistente alla scena Mauro Rea
attrezzista Michele Lubrano Lavadera
direttore di scena Domenico Riso
datrice luci Desideria Angeloni
fonico Guido Marziale
foto di scena Ivan Nocera
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
durata 60 min
Tonino Taiuti torna a uno degli autori più amati, Raffaele Viviani, che ha frequentato in tempi lontani con Toni Servillo e più di recente con Alfredo Arias (Circo equestre Sgueglia) che gli è valso, per la seconda volta, il premio Maschere del teatro italiano come attore non protagonista.
Solo che questa volta, diversamente da passato, Taiuti ci mostra l’autore in una nuova prospettiva: Viviani è l’immediatezza dell’agire scenico che viene rappresentato quasi sempre calcando quel segno realistico che gli è proprio, all’opposto Play Viviani mette in primo piano la poesia che accompagna i personaggi e che definisce il loro mondo, una poesia della vita e dell’esistenza fatta di cose elementari e necessarie, che offre una sorta di aura a quasi tutta quella folla di “persone” che l’autore convoca in scena.
Taiuti costruisce drammaturgicamente un percorso circolare, come l’arena di un circo in cui i personaggi sono anime che ritornano, riaffiorano, per modulare una sorta di Spoon river di Viviani e di quel mondo.
Se nelle opere originali la storia centrale è accompagnata dalle mille voci che ne fanno da scenario e sostrato, Taiuti innesta invece i vari personaggi uno nell’altro senza costruire una storia definita, ma li fa incontrare ponendoli su un’altalena che ciondola tra tragedia e commedia per definire e strutturare una ideale hilarotragedia che fa da tessuto allo spettacolo.
Il tutto è reso ancora più forte se si pensa alla matrice prima del commediografo: il varietà. È una formula questa che ripensata permette a un artista contemporaneo come Taiuti di utilizzare il canto, la battuta, il comico, la musica ambient, come strumenti essenziali per rielaborare e creare un corto circuito interno, che non è mai ricostruzione, ma che arriva a misurarsi con l’oggi, con una contemporaneità che continuamente si affaccia in scena.
Solitudini, amarezze, ma anche i migranti di ieri e di oggi e il razzismo che pesa sempre sugli ultimi, i diversi e i marginali. Un universo che comunque nonostante le difficoltà sa sempre sorridere e ridere perché la vita è più forte di tutto e offre sempre spunti e ragioni per andare avanti.
Produzione in Tournée
Questo spettacolo fa parte delle produzioni del Teatro di Napoli - Teatro Nazionale e farà tappa in queste città: