PROCESSO A DIO
di Stefano Massini
regia Sergio Fantoni
con Ottavia Piccolo, Vittorio Viviani, Silvano Piccardi, Olek Mincer, Enzo Curcurù, Francesco Zecca
scene e costumi di Gianfranco Padovani
Nel panorama drammaturgico contemporaneo degli ultimi anni Stefano Massini s’è distinto per una scrittura capace di restituire, anche visivamente, profonde riflessioni sulla condizione umana con notevole immediatezza teatrale. Non a caso L’odore assordante del bianco, opera dedicata alla figura di Van Gogh, è stata insignita del Premio Pier Vittorio Tondelli al Premio Riccione 2005.
Con Processo a Dio, che il regista Sergio Fantoni ha il merito di aver restituito allo spazio d’un teatro fattosi nuovamente luogo della memoria collettiva, il trentaduenne autore fiorentino affronta il doloroso tema della Shoah: “Ci sono idee – frammenti di luce, indizi di storie – che incontri una volta e non ti lasciano più” dichiara Massini. “Erano anni che tenevo chiusa in qualche cassetto della mente la traccia di un Processo a Dio all’indomani della Shoah. Immaginavo quel processo come una resa dei conti: violenta, acuta, drastica. Sicuramente un appuntamento non più rimandabile, un guardarsi negli occhi fra terra e cielo. Tutto questo stava in quel cassetto, insieme a squarci di azione, atmosfere abbozzate, profili delineati come uno schizzo al carboncino. Ed ogni volta che, per caso, quel cassetto si apriva, puntualmente mi assaliva la voglia di tentare una forma scritta, traducendo finalmente in dialogo quella scommessa così estrema, per me fascinosa, densa, intrigante”. Ottavia Piccolo è un’intensissima Elga, la protagonista ostinatamente in cerca della verità. Un personaggio coerente con quelli affrontati nelle sue ultime prove, tutte orientate verso un teatro politico impegnato nella denuncia delle barbarie più recenti (Buenos Aires non finisce mai di Vito Biolchini ed Elio Turno Arthemalle e Terra di latte e miele di Manuela Dviri).