PROCESSO A SANT’ULIVA
con Lina Salvatore, Michele Monetta, Massimiliano Rossi
musicisti Biagio Terracciano (pianoforte), Michela Coppola (viola)
costumi Sandra Canavotto
disegno luci Gianpiero Sapienza
produzione ICRA Project
Il testo di Processo a Sant’Uliva è comparso in stampa nel 1568 ed è stato messo in scena nel 1933 dal Maestro Copeau all’interno della prima edizione del Maggio Musicale Fiorentino. Oggi compie ottant’anni e proprio per questa occasione ICRA Project propone una rielaborazione che ne conserva l’essenza, il clima, il profumo.
Sant’Uliva è una figura di pura fantasia popolare ed il suo dramma è melodioso e ricco di avventure. Un testo che sa unire momenti di forte idealità con l’estrema crudeltà. Per questo, è l’opera che coniuga felicemente l’interesse dell’ICRA Project per la vasta tradizione drammaturgica europea con le ricerche del ‘900, che trovano proprio in Copeau il maestro di riferimento. Volendo orientare la produzione verso un’estetica novecentesca, la riduzione e la messinscena guardano, nelle linee generali, al concetto dell’Attore Santo di Grotowski e soprattutto al Teatro della Crudeltà di Artaud. L’idea principale è quella di intrecciare il colto e il popolare pensando alle feste sacre dove, spesso, l’elemento pagano si inserisce, esaltandone il rito come scansione del tempo e della vita. L’essenziale messinscena è basata su musica dal vivo, con brani che spaziano da Bach a Puccini, da Pergolesi a De Hartmann, da Haendel
a Berio.
La scena si presenta come un luogo di giudizio, una sorta di tribunale dove si celebra un crudele processo, nel senso di sequenza di atti giuridici, ad una donna innocente, forte e determinata; ma è anche un processo nell’accezione del termine latino processus, e cioè avanzamento, sviluppo, evoluzione e dove il pubblico è chiamato ad essere testimone. Ne scaturisce un concerto teatrale che gioca tra azione e narrazione, alternando il momento drammatico con quello epico.
ICRA Project raccoglie, coordina e sviluppa attività nel campo del teatro, della musica, della pedagogia nell’arte drammatica e dei linguaggi multimediali. Fonda nel 1985 e dirige tutt’ora la scuola biennale di Mimo Corporeo a Napoli e l’Atelier di Commedia dell’Arte a Roma.
Michele Monetta egista, Attore e Insegnante di Mimo Corporeo tecnica Decroux, Maschera e Commedia dell’Arte, Specializzato in Pedagogia Teatrale. Allievo del M° Etienne Decroux. Docente di Maschera e Mimo Corporeo all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e all’Ecole Atelier Rudra di Maurice Béjart.
Lo spettacolo rientra nel progetto di ICRA Project
Demoni, maschere e santi
che prevede altri due appuntamenti:
6 – 7 maggio ore 16.30 – 18.30
DON GIOVANNI, GLI INFERI
E LA MASCHERA
seminario a cura di Edo Bellingeri (Università Tor Vergata di Roma)
6 – 8 maggio ore 10.00 – 13.00
MIMO E MASCHERA
stage a cura di Michele Monetta e Lina Salvatore (pedagogie: Decroux, Lecoq, Feldenkrais)
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