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01/11/2024 21:00

02/11/2024 19:00

03/11/2024 18:00

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10/11/2024 18:00

RE CHICCHINELLA
scritto e diretto da Emma Dante
libero adattamento da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile
con Carmine Maringola Re, Annamaria Palomba Regina, Angelica Bifano Principessa, Davide Mazzella Paggio, Simone Mazzella Paggio, Stephanie Taillandier Dama d’onore, Viola Carinci Dama di corte / Infermiera, Davide Celona Dama di corte, Roberto Galbo Dama di corte, Enrico Lodovisi Dama di corte, Yannick Lomboto Dama di corteSamuel Salamone Dama di corte / Dottore, Marta Zollet Dama di corte / Infermiera, Odette Lodovisi Gallina

elementi scenici e costumi Emma Dante
luci Cristian Zucaro

produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, Carnezzeria, Célestins Théâtre de Lyon, Châteauvallon-Liberté Scène Nationale, Cité du Théâtre – Domaine d’O – Montpellier / Printemps des Comédiens

La stagione del Teatro San Ferdinando si apre con lo spettacolo di Emma Dante:  Re Chicchinella, adattato da una fiaba de Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, dalla raccolta Lo trattenemiento de peccerelle del 1634.  Dopo La Scortecata e Pupo di zucchero, con Re Chicchinella la regista conclude il progetto con cui ha attraversato l’universo dello scrittore campano.

“Se quaccheduno mi chiedesse dove se porrìa trovare lo fingimento e la frode io non saperrìa menzionare autro luogo che chesta Corte, dove fanno sempre le maschere, la mormorazione da trastullo, la maldicenza da Graziano, lo trademiento da Zanne e la furfanteria da Pullicinella, dove a lo stesso tiempo se taglia e se cuce, se pugne e se unge, se rompe e se ‘ncolla. Ma è possibile che s’è perduto lo munno? Che non s’aggia da trovà lo remmedio a chesto male?”

C’era una volta un re che un giorno se ne tornava dalla caccia felice e soddisfatto quando sentì il bisogno di andare di corpo. Consegnata a un servitore la spada, lesto lesto, il re scese da cavallo e si infilò in un vicoletto per scaricare il ventre, ma non avendo in tasca pezze per pulirsi, si servì di una gallina accisa de frisco, con le piume morbide e setose, che giaceva abbandonata in un angolo. Ma la gallina non era morta e s’afferrò col becco alle sue chiappe di re. Accorsero i servitori e il cielo si oscurò alle sue urla disperate.
Non potendo più resistere al dolore e vedendo buttate al vento le fatiche dei servi, il re si fece condurre al palazzo reale, dove medici e luminari tentarono ogni rimedio, spalmando unguenti, adoperando tenaglie e strumenti di ogni genere. Ma niente, non ci fu niente da fare, perché quel male superava i confini della natura, non era colica né flatulenza che si poteva guarire con supposte di fichi lassativi o cacazze di topi, no, quel male era incurabile. Col passare dei mesi la gallina entrò sempre più in profondità finché non prese definitivamente alloggio dentro di lui.
“Re Chicchinella” racconta la storia di un re malato, solo e senza più speranze, circondato da una famiglia anaffettiva e glaciale che ha un solo scopo, ricevere un uovo d’oro al giorno. L’animale vive e si nutre, divorando lentamente le viscere del re, fino a quando non si scopre che per il mondo il re e la gallina sono la stessa cosa. Dopo tredici giorni d’inedia, Re Carlo III d’Angiò, re di Sicilia e di Napoli, principe di Giugliano, conte d’Orleans, visconte d’Avignon e di Forcalquier, principe di Portici Bellavista, re d’Albania, principe di Valenzia e re titolare di Costantinopoli, entra nella sua nuova esistenza e, appollaiato sul trono, riceve il plauso di tutta la Corte.


Lo cunto de li cunti, detto anche Pentamerone, è una raccolta di novelle composta da Gian Battista Basile, pubblicata postuma per interessamento della sorella dell’autore, la celebre cantante Adriana Basile, tra il 1634 e il 1636. Come Le Muse napolitane, esce sotto lo pseudonimo di Gian Alesio Abbattutis.
Composto in lingua napoletana e considerato uno dei maggiori capolavori della letteratura barocca, diviene un modello narrativo e per il genere della fiaba. L’opera, infatti, pur mantenendo le caratteristiche della novella medioevale, vira verso nuovi temi e toni fiabeschi e popolari e, a dispetto del sottotitolo lo trattenemiento de peccerille vengono trattati al suo interno temi molto complessi.
Richiamando il Decameron boccaccesco, è una raccolta di cinquanta novelle narrate in cinque giornate (da qui il titolo), da dieci personaggi. Una cornice costituisce il primo racconto, da cui man mano prendono il via gli altri.
Le storie si svolgono in Campania o in Basilicata, dove l’autore trascorre gran parte della sua vita. Anche se diverse teorie vorrebbero attribuire al capoluogo campano la città natale, secondo la tradizione, Basile sarebbe originario di Giugliano in Campania, dove muore per un’epidemia di difterite nel 1632. Oltre ad essere governatore del feudo per conto di Galeazzo Francesco Pinelli – terzo duca di Acerenza – ed essere Conte di Torone, Basile è amico e probabilmente compagno di studi del poeta Giulio Cesare Cortese, autore di opere napoletane, tra cui la Vaiasseide.
Lo cunto è, infatti, strutturato per il divertimento delle corti: per la sua complessità e il linguaggio teatrale, ispirati a vari generi letterari e al racconto, diventa modello per la letteratura seriale, districandosi tra la commedia dell’arte, il racconto rituale e anche il formulario alchemico.
La Napoli qui presentata è una città plebea miserabile e turpe allo scopo di divertire il lettore attraverso un “mondo alla rovescia”, in quanto la peculiarità della favola sarebbe da ricercare non tanto nel meraviglioso, ma nel rappresentare un mondo perfettamente geometrico, in cui azioni e reazioni sono ripetute doviziosamente.
L’opera, infatti, racconta alcuni topoi della Tradizione: la fuga dei giovani dalla famiglia patriarcale, il viaggio e i suoi pericoli, la morte, il cambiamento di status di cui corpo può anche portare i sintomi e il Caso e la Fortuna, fate, principi e corti.
Si tratta di un’opera composta nel periodo in cui la letteratura è concepita come strumento di conoscenza, oltre che di piacere e di dominio.
All’avanguardia, anche rispetto agli autori ottocenteschi, è il ruolo delle donne: diversamente dai propri successori, le donne di Basile, come Zoza la “principessa che non ride mai”, si distaccano molto dalle protagoniste delle fiabe da noi più conosciute, caratterizzate da remissività e dolcezza.
Lo cunto si può definire, insomma, una raffinata architettura che ha avuto una larga diffusione e un’enorme fortuna nella cultura europea, che hanno dato origine a trasposizioni sia cinematografiche che teatrali, e che ancora oggi incuriosisce e appassiona intere platee di lettori e spettatori.

"la storia di un sovrano malato, solo e senza più speranze, circondato da una famiglia anaffettiva e glaciale che ha un solo interesse, ricevere un uovo d’oro al giorno."

Promozioni attive su questo spettacolo

Produzione in Tournée

Questo spettacolo fa parte delle produzioni del Teatro di Napoli - Teatro Nazionale e farà tappa in queste città:

24 – 27 ottobre 2024 Cesena
29 ottobre – 10 Novembre 2024 Napoli Teatro San Ferdinando
12 Novembre 2024 Potenza Festival delle 100 scale
06 – 08 dicembre 2024 Teatro Goldoni, Venezia
11 – 15 dicembre 2024 Teatro Verdi di Padova
19 – 22 dicembre 2024 Pesaro
01 – 02 febbraio 2025 Bari Teatro Kismet
13 – 16 febbraio 2025 Prato Teatro Metastasio
18 febbraio 2025 Rimini Teatro Galli
13 -16 marzo 2025 Salerno
03 – 04 aprile 2025 Reggio Emilia
05 aprile 2025 Cremona Teatro Ponchielli
08 – 13 aprile 2025 Torino Teatro Carignano