Ospitalità
21 – 27 gennaio 2008 | Sala Ridotto
Teatro Eliseo in collaborazione con Artisti Riuniti, ETI, Mitipretese
Roma ore 11
di Elio Petri
diretto e interpretato da Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti, Mariangeles Torres
Avviso al pubblico
Si comunica che lo spettacolo di domenica 27 gennaio non andrà in scena a causa del piano di evacuazione predisposto dal comune per effettuare il disinnesco dell’ordigno bellico rinvenuto nel cantiere della metropolitana di Piazza Municipio
“Signorina giovane, intelligente, volenterosissima, attiva, conoscenza dattilografia, miti pretese, per primo impiego cercasi”.
Questo l’annuncio per un unico posto di lavoro al quale avevano risposto 200 ragazze a Roma, nel 1951. La scala della palazzina di via Savoia 31, dove dovevano presentarsi, però, alle 11, crolla. Una di loro muore, 77 rimangono ferite. Da qui prende spunto Roma ore 11. Lo spettacolo è tratto dal libro che Elio Petri, allora giornalista, scrisse mettendo insieme il materiale di un’inchiesta da lui stesso condotta, per conto del regista Giuseppe De Santis, il quale nel 1952 ne fece un film molto bistrattato per la realtà scottante che proponeva. La pellicola, infatti, fu esclusa dal Festival del Cinema.
Un reportage giornalistico, un libro, un film. Ora anche uno spettacolo teatrale. Ad essere raccontata – a 360 gradi – è l’Italia del dopoguerra, della disoccupazione, del boom edilizio, di datori di lavoro che pretendono ogni tipo di lavoro dalle loro segretarie…
Ma quel mondo è davvero lontano mezzo secolo da noi?
Le quattro attrici che interpretano e dirigono lo spettacolo, brave e talentuose, si trasformano in personaggi vivi e concreti. Giovani donne, le loro famiglie, i portieri dei palazzi e la varie umanità che incontrano restituiscono una ricchezza e una diversità di psicologie, un linguaggio vivo e fiorito, per niente letterario e che non scade mai nell’oleografia. E nonostante parlino di miseria e di guerra appena passata, la forza vitale di questi personaggi e la leggerezza con cui vengono raccontati fanno sì che spesso ci si sorprenda a ridere insieme a loro. È un’Italia lontana e ingenua che parla di come erano i nostri padri e le nostre madri, eppure sorprendentemente racconta anche l’Italia di oggi con le sue miserie, i suoi piccoli sogni, i suoi grandi problemi di lavoro.