SPOONFACE STEINBERG. FACCIA DA CUCCHIAIO
di Lee Hall
traduzione Eddy Quaggio
scena e regia Marco Carniti
con Melania Giglio
luci Paolo Ferrari
musiche originali David Baritoni
consulenza musicale Adamo Lorenzetti
produzione Fahrenheit 451Teatro
Spoonface (Faccia da cucchiaio) Steinberg è una bambina molto speciale, con un’intelligenza particolare e una percezione della realtà irripetibile. Soffre di una sindrome autistica ma racchiude in sé un così prepotente istinto alla vita, che attraverso i suoi occhi il mondo appare nuovo e straordinario. La cosa più importante del vivere è “trovare la scintilla” dice la piccola.
Il testo, scritto da Lee Hall, autore inglese candidato all’Oscar per la sceneggiatura di Billy Elliot, interpretato da Melania Giglio diretta da Marco Carniti, giocando sul filo sottile che separa il riso dal pianto, drammaturgicamente ben dosato e ricco della freschezza espressiva tipica del linguaggio dei bambini, offre uno sguardo disincantato sulla famiglia, la malattia, la diversità.
Il regista riconosce nel testo: “un messaggio vitale ed energico di amore per la vita, finché c’è; un richiamo infantile, quindi efficacissimo, alla memoria storica dell’uomo, e una spiegazione semplice e dirompente del mistero dell’esistenza. Spoonface insegna che l’errore dell’uomo è nella divisione, nella separazione sistematica di questo da quello, mentre la divinità del creato risiede nella sua unità più profonda e intangibile, al di là di ogni religione. Spoonface Steinberg, in questo particolare momento storico, rappresenta la scelta coraggiosa ed interessante da far riflettere su temi di scottante attualità, visti con gli occhi di una bambina autistica, innamorata della bellezza della vita”.