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STORIE NATURALI E STRAFOTTENTI – D’ESTATE CON LA BARCA

dalle opere di Giuseppe Patroni Griffi, progetto a cura di Luca De Fusco

RIDOTTO DEL MERCADANTE 3 Novembre 2014   13 Novembre 2014
date da definire

STORIE NATURALI E STRAFOTTENTI – D’ESTATE CON LA BARCA

regia Luca De Fusco
con Gaia Aprea
scene Luigi Ferrigno
costumi Zaira De Vincentiis
disegno luci Gigi Saccomandi
musiche Ran Bagno
realizzazione video Alessandro Papa

direttore di scena Teresa Cibelli
elettricista Fulvio Mascolo
fonico Italo Buonsenso
materiale elettrico, fonico e video Emmedue
sartoria Lorenzo Zambrano

produzione Teatro Stabile di Napoli

Per la seconda volta, dopo L’amorosa inchiesta di La Capria, mi capita di mettere in scena uno scrittore che ho conosciuto, la cui carriera mi è stata raccontata da mia madre nella mia infanzia come una favola e che rappresenta quindi una parte di me, del mio modo di essere napoletano, del mio modo di intendere l’arte in generale e il teatro in particolare.
Nel racconto D’estate con la barca, Patroni Griffi parla di una “doppia coppia” che a teatro diremmo composta da due attori giovani e due caratteristi. Già in questo sapore più teatrale si sente l’impronta dell’uomo di spettacolo a tutto tondo: mi sono quindi permesso un’ambientazione scherzosa, ludica, come appare il racconto ad una prima lettura. Con qualche elemento di piccola spettacolarità in più rispetto ai due precedenti racconti della Ortese e di La Capria: innanzitutto la barca evocata nel titolo e poi un lieve, accennato gioco di proiezioni, che è in linea col mio modo di fare teatro degli ultimi anni e che viene naturale di fronte a tutte le splendide descrizioni marine del testo.
Nel finale, con un vero colpo di scena tipico del teatro e dello stile di Peppino, il racconto si capovolge: smette i suoi panni ingannevoli di leggerezza alla La Capria e mostra la sua vera faccia. Quella che associa l’amore con la morte, il mistero dell’attrazione erotica come rischio ed inizio di perdizione, insomma il racconto rivela l’impronta di quello che sarebbe divenuto lo stile di Patroni Griffi. Ho cercato di assecondare questo strano andamento, che nell’ultima mezza pagina capovolge il senso dell’intera opera con un piccolo colpo di scena che suggerisce una versione ipnotica, ammaliante di Giulia che diviene in questo modo una specie di “sirena”.

Luca De Fusco