SVILUPPO DI DONNA LIONORA
drammaturgia Maurizio Braucci
regia Alessandra Felli
con Teresa Saponangelo
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Gigi Saccomandi
musiche Francesco De Nigris
assistente alla regia stagista Brunella De Laurentis
direttore di scena Domenico Pepe
elettricista Fulvio Mascolo
fonico Alessandro Innaro
sarta Francesca Colica
foto di scena Marco Ghidelli
si ringraziano Carlo Di Maio, Carla Ferraro, Antonio Friello, Loredana Piedimonte, Giuseppe Rispoli, Khora Teatro
produzione Teatro Stabile di Napoli
Sviluppo di Donna Lionora racconta, attraverso uno sguardo in soggettiva, l’ingresso di Eleonora de Fonseca Pimentel nella stagione adulta della sua esistenza. Stagione che la vede impegnata tanto nelle battaglie intellettuali e politiche dei suoi tempi, quanto nelle lotte più private e sentimentali, consumate nella reclusione dell’ambiente domestico.
Nella seconda metà del Settecento il Regno di Napoli è uno dei principali centri del pensiero illuminista della penisola. Il suo programma di riforme, volto al rafforzamento dello Stato e una riduzione dei privilegi, soprattutto ecclesiastici, segue il modello dell’assolutismo illuminato praticato da molti sovrani europei. Accanto ai principi, gli intellettuali illuministi rivestono, di volta in volta, i ruoli di consiglieri, collaboratori, critici del loro operato, in favore del cambiamento.
Eleonora incarna pienamente questa funzione di rinnovamento e la esercita non esclusivamente attraverso la sua produzione letteraria. Concluse le tragiche vicende matrimoniali, il suo salotto diventa il luogo di aggregazione delle nuove generazioni di intellettuali. Meno moderati e più progressisti, sono nobili che si lasciano infiammare dal vento democratico e liberale della rivoluzione francese, per inseguire, fino alle estreme conseguenze, il sogno della Repubblica Partenopea.
Il romanzo di Enzo Striano e l’adattamento di Maurizio Braucci condividono la volontà di restituire la polifonia dei personaggi storici vissuti nel Regno di Napoli. Coralità che viene percepita e filtrata attraverso lo sguardo di Eleonora.
Questa focalizzazione interna segue, inevitabilmente, il filo delle emozioni, dei pensieri, talvolta dei ricordi, spesso dei dubbi della protagonista, secondo un andamento sconnesso rispetto alla storia, che sconquassa la dimensione temporale del racconto.
La sensazione prodotta da questa scelta narrativa è quella di assistere a una aberrazione, un depistaggio. Come se qualcosa degli eventi raccontati, sfuggisse alla comprensione, come se una “presunta verità” sulla rivoluzione del 1799, non possa essere, fino in fondo, raggiunta.
Alessandra Felli
Seconda tappa del progetto IL RESTO DI NIENTE
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