VESPERTELLI
Teatro Stabile di Napoli,
un progetto del Comitato Artistico: Valeria Parrella, Lorenzo Pavolini, Francesco Saponaro
Matrimonio De Falco
drammaturgia Giovanni Del Prete, Rossella Milone
regia Tommaso Pitta
Pratica Maresca
drammaturgia Davide Morganti
regia Alessandra Cutolo
Morte del ragionier Tarallo
drammaturgia Massimiliano Virgilio
regia Fortunato Cerlino
coordinamento Francesco Saponaro
da Le nozze di Krecinskij, L’affare giudiziario, La morte di Tarelkin
di Aleksandr Vasil’evic Suchovo-Kobylin
traduzione Silvana De Vidovich
con Salvatore Cantalupo, Marco Mario de Notaris, Salvatore D’Onofrio, Vincenzo Giordano, Giovanni Ludeno, Peppino Mazzotta, Lino Musella, Francesca Ponzio, Nunzia Schiano
e Lorenzo Ambrosino, Michele Cifani, Anna Contino, Lino D’Ambrosio, Alberto De Roma, Ada Esposito, Gennaro Esposito, Anna La Marca, Umberto Romano, Eduardo Scarpetta, Gennaro Visciano
luci Cesare Accetta
costumi Francesca Balzano, Alessandra Gaudioso
scenografo assistente Armando Alovisi
oggetti di scena Dafne Forastiere
aiuto regista Simone Petrella
direttore di scena Marcello Iale
elettricista Angelo Grieco
capo macchinista Luigi Sabatino
stagista di produzione Olga Cera
foto di scena Gianni Fiorito
realizzato in collaborazione con Liceo Scientifico Cuoco, Ipsar III Duca di Buonvicino Napoli, Ist. Prof. Serv. Alberghieri e Ristorazione, Istituto Superiore Polispecialistico Campanella
con il sostegno di Regione Campania – Fondo Sociale Europeo, Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, Forum Universale delle Culture
La relazione del Teatro Stabile con le scuole e con il territorio cittadino avviata con Arrevuoto quest’anno trova ancora ulteriori sviluppi nel progetto Vespertelli.
A partire dalla drammaturgia russa di fine ottocento, gli studenti di alcune scuole che gravitano intorno all’asse di via Foria saranno impegnati in laboratori condotti da registi e scrittori-dramaturg, nella “residenza” che si intende stabilire al San Ferdinando. Il percorso prevede in parallelo un laboratorio e la creazione di uno spettacolo finale che coinvolge studenti e attori professionisti.
Punto di forza di entrambi i progetti è la lingua con il suo continuo evolversi, attraverso il dialetto, per restare vicina al presente. La messa in scena finale verrà costruita integrando i tre testi di riferimento (Le nozze di Krećinskij, L’affare giudiziario, La morte di Tarelkin) adattati, nel corso del laboratorio di drammaturgia, in un unico testo teatrale in cui l’intera vicenda, dall’ambiente originale russo-pietroburghese di metà ottocento, si trasferisce a Napoli.
Il materiale testuale e il linguaggio
Lavorare sull’intera trilogia di Suchovo-Kobylin può rappresentare uno straordinario anello di congiunzione tra la tradizione della commedia russa dell’ottocento e una forma di teatro ricca di sviluppi comico-grotteschi tipici dell’esperienza teatrale partenopea.
Come Gogol’ – di cui è stato appassionato e attento lettore – Suchovo-Kobylin compone la sua trilogia di diversi strati stilistici, in un’alternanza di inquietudini grottesche in cui le scene comiche amplificano l’aspetto tragico della situazione.
Kobylin insiste su alcune, attualissime, passioni-pulsioni dell’animo umano (matrimonio, carriera, potere, gelosia) e sostituisce l’ambiente familiare, tipico del vaudeville classico, con quello gerarchico e provinciale del potere politico e amministrativo. Concentra tutto sui delitti e sui veleni della corruzione: pettegolezzi, bustarelle, punizioni. Su questo piano, il lavoro di ricerca di un’identità di linguaggi e la possibilità di “traslazione” a situazioni simili di aerea partenopea, può fornire una sollecitazione teatrale viva e concreta.
La trama
Si tratta di un variegato intreccio di conflitti e situazioni che si dipanano lungo tutta la trilogia; affresco tragicomico di una società guasta, preda del torbido ingranaggio dell’inganno e della corruzione. Dalla vicenda di ordine familiare di Le nozze di Krećinskij (l’opposizione paterna al matrimonio della giovane bella e ricca figlia con un truffaldino bellimbusto moscovita) che si svolge in ambito privato e rappresenta un mondo patriarcale di ricchi proprietari terrieri, si passa alla contesa legale di L’affare giudiziario, dramma di un uomo travolto dalla macchina burocratica, ambientata nella tetra luce grigiastra dei ministeri, in una società schiacciata da un’avvilente catena di sopraffazione. Si termina, in piena atmosfera poliziesca, con La morte di Tarelkin in cui il protagonista, già apparso nel secondo testo, come un misterioso Fregoli, escogita un mezzo per sfuggire ai suoi creditori grazie ad un grottesco scambio di persona. In questo modo alcuni personaggi presenti nel primo testo tornano nel secondo e nuove figure del secondo migrano verso il terzo.
I personaggi
Ne Le nozze di Krecinskij i personaggi appartengono tutti ad un preciso ambiente sociale, quello benestante dei proprietari terrieri. Sono ben delineati, con precise connotazioni fisiche, tipiche di una forma-teatro naturalistica, eppure il linguaggio, il comportamento, le isterie, i tic indicano già una deviazione rispetto ai modelli a cui sono ispirati. In realtà, grazie alla loro intrinseca mobilità caratteriale, presentano una forte potenzialità interpretativa che permette di affrontare insospettati registri comici.
Ne L’affare giudiziario – una requisitoria contro la società e la burocrazia – i personaggi, pur legati ancora al testo precedente, diventano simboli di un’entità astratta, strettamente legata al potere, il cui aspetto emaciato e la cui ambiguità preannunciano i grotteschi protagonisti della terza parte; i personaggi che rappresentano “I sottomessi” sono delineati più nelle loro qualità morali che in quelle fisiche; tra “Le nullità” vengono reintrodotti “i proprietari” delle Nozze, affaticati, invecchiati, delusi, piegati.
Ne La morte di Tarelkin, infine, i personaggi conquistano una fisicità e una caratterizzazione assolutamente nuove, favorendo la ricerca di modelli gestuali che eludono aridi stereotipi e contribuiscono a creare una ricca occasione per attori capaci di un gioco interpretativo tutto da inventare.
Francesco Saponaro