26/11/2024
ore 21:00
27/11/2024
ore 17:00
28/11/2024
ore 19:00
29/11/2024
ore 21:00
30/11/2024
ore 19:00
01/12/2024
ore 18:00

WOYZECK
da Georg Büchner
traduzione e adattamento Federico Bellini
regia Tommaso Tuzzoli
con Tony Laudadio, Alberto Boubakar Malanchino, Federica Sandrini, Edoardo Sorgente
scene Pier Paolo Bisleri
costumi Chiara Barichello
disegno luci Simone De Angelis
suono Daghi Rondanini

direzione tecnica Lello Becchimanzi
datore luci Tommaso Vitiello
assistente costumista Andrea Iacomino
training e movimenti Sara Lupoli
direzione allestimento Enrico de Capoa
coordinamento produzione Flavia Cardone
fotografo di scena Pino Miraglia
grafica Sofia de Capoa
scene realizzate da Scenotecnica Armando Alovisi
costumi realizzati da Anna Giordano per Sartoria Pennacchio
maschera realizzata da Macrè di Maurizio Crocco Egineta

produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Casa del contemporaneo – Centro di produzione teatrale, Il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Tinaos
in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin 2022 – 2024 a cura del CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia

Tommaso Tuzzoli dirige il capolavoro di Georg Büchner nell’adattamento e la nuova traduzione di Federico Bellini. In scena l’incubo di Woyzeck, uomo-automa vessato dal potere. Un’opera di disarmante attualità, che invita a riflettere sulle eterne dinamiche autoritarie, le ingiustizie sociali, la violenza sulle donne, la sopraffazione e losfruttamento.

Nota di regia – Tommaso Tuzzoli

Heiner Müller, in occasione del discorso tenuto nel 1985 per il conferimento del Premio Büchner, lasciò praticamente attonito l’uditorio, sostenendo che forse Woyzeck tornerà tra noi, da vivo o nella sua resurrezione, assumendo una forma tutt’altro che rassicurante e in qualche modo anticipatoria della grande aberrazione nazista del Novecento. Il potere, nelle sue varie incarnazioni, lo dirige come un burattino, uno degli automi tanto cari allo scienziato Büchner, forse incapace di intendere ma non ancora di non volere. Nel ritmo sincopato di questa nuova traduzione, l’obiettivo è di restituire la natura del testo originale tedesco, dove le frasi sono spesso spezzate, allucinate, dove il gergo proletario di Woyzeck e Marie si distanzia dal tedesco barocco e persino sgrammaticato con cui Büchner si prende gioco del potere. Una versione coerente con quella che pare la distribuzione e la cronologia più verosimile delle scene pensate da Büchner, che di fatto presenta quasi due inizi diversi, ma che restituisce immediatamente, fin dalla scena iniziale, la rappresentazione di un uomo già probabilmente al limite delle forze. Frammenti legati in scene in un unico respiro, cercando di non tradire la natura visionaria e incredibilmente post-drammatica del capolavoro. Immersi in un luogo sospeso, Come pianeti che ruotano intorno alla stella madre, gli interpreti di questo lavoro ruoteranno intorno al corpo di Woyzeck come in un vortice che condurrà ad un finale profetico e privo di speranze. L’incubo di Woyzeck diventa l’incubo che sfocerà nel totalitarismo, nella rivoluzione restauratrice. 

Nota sul testo – Federico Bellini

Intervistato nel 1985 in occasione del conferimento del Premio Büchner, Heiner Müller, uno dei più grandi drammaturghi del Novecento, pone la questione centrale da cui partire per ogni interpretazione del Woyzeck. Chi è questo soldato dalla non precisata funzione? Uno sciocco vittima dei propri impulsi? Un pericoloso e cosciente criminale? Una vittima o un carnefice? Müller, al tempo, fu lapidario: “Esistono ormai molti Stati dove i Woyzeck sono al governo. (..) E quando gente di classi finora sfruttate e represse arrivano al potere, questo può avere spiacevoli conseguenze, probabilmente perché questa gente non riesce a padroneggiare il potere”. Si può essere o non essere d’accordo, ovviamente. Ma l’eredità di Müller lascia come traccia indelebile il corollario che la vicenda di Woyzeck, e con ogni probabilità Woyzeck stesso, è necessariamente il racconto di un personaggio e di una vicenda politica. Lo spettacolo cerca di indagare, soprattutto, questo aspetto dell’opera. Woyzeck mangia piselli da mesi. È costretto a farlo, come cavia da esperimento, o vuole farlo? Se si tratta di una sorta di esperimento sociale, quale prototipo di società si incarna nel corpo debole ma omicida di Woyzeck? Perché medici e scienziati si accaniscono su questa carne denutrita, dove vogliono arrivare? Müller, nella sua ricognizione del Woyzeck, è estremamente preciso. Il popolo diventa Stato, afferma. In questa lancinante ricostruzione, Woyzeck è l’ideale contro-rivoluzionario, la volontà manipolata del proletariato che sfocierà, più tardi, nel nazismo. Con La morte di Danton, Büchner ci aveva consegnato la testa di Danton sull’altare del terrore di Robespierre. Con Woyzeck, probabilmente, ci annuncia il delitto perfetto, come scrive nel testo: il delitto contro ogni ideale rivoluzionario, qui atto sconsiderato che si scaglia contro Maria, la madre e Donna. L’incubo di Woyzeck, impregnato delle sue continue allucinazioni, diventa l’incubo che sfocerà nel totalitarismo, nella rivoluzione restauratrice. Nel corpo di Woyzeck, ancora oggi, sopravvivono gli spettri dell’Europa.

Produzione in Tournée

"WOYZECK" fa parte delle produzioni del Teatro di Napoli - Teatro Nazionale e farà tappa in queste città:

Trieste 21 > 24 gennaio 2025 Teatro Rossetti