QUARTET è la card natalizia del Teatro di Napoli che comprende 4 ingressi*
a scelta tra Mercadante e San Ferdinando a soli 50 euro. È possibile usarla anche in coppia per assistere a 2 spettacoli.
*di cui almeno 2 obbligatori al Teatro San Ferdinando.
Fondazione Banco dell’Energia, in collaborazione con A2A e il Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, offre alla città di Napoli una inedita serata-evento: LUCI SU NAPOLI, un omaggio alla musica e al teatro partenopei e alla figura centrale di Eduardo De Filippo.
Il ricavato della serata sarà devoluto a Fondazione Banco dell’energia, che promuove l’attività di contrasto alla povertà energetica.
Lo spettacolo si terrà lunedì 2 dicembre 2024 presso il Teatro San Ferdinando, simbolo della tradizione teatrale napoletana e si aprirà con Eduardo, per amore del gelo, spettacolo teatrale che, con la produzione dell’Ente Teatro Cronaca, a cura di Claudio Di Palma e i testi del drammaturgo Fabio Pisano, esplora tre aspetti centrali della vita del drammaturgo napoletano. Successivamente, il pubblico potrà assistere al concerto Napoli e Jazz, un live per rivivere le melodie dei più celebri compositori partenopei, nell’appassionata interpretazione di Peppe Servillo e nelle accese note del pianoforte di Danilo Rea.
è nominale e valida per studenti under 30. Costa 30 euro e consente di assistere a 5 spettacoli di cui almeno 2 al
San Ferdinando.
è nominale. Costa 40 euro e consente 6 ingressi a scelta tra tutti gli spettacoli* di cui almeno 2 al San Ferdinando.
*sono esclusi i seguenti spettacoli fuori abbonamento: La notte di Vitaliano Trevisan; Medea; Bérénice; Gli occhiali di Šostakovič; Antigone in the Amazon, Il romanzo della Bibbia.
costa 50 euro e consente 6 ingressi a scelta tra tutti gli spettacoli* in programma al Teatro San Ferdinando. È valida anche in coppia (2 ingressi per 3 spettacoli).
*sono esclusi i seguenti spettacoli fuori abbonamento: La notte di Vitaliano Trevisan; Medea; Bérénice; Gli occhiali di Šostakovič; Antigone in the Amazon, Il romanzo della Bibbia.
costa 80 euro e consente 6 ingressi a scelta tra tutti gli spettacoli* di cui almeno 2 al San Ferdinando.
È valida anche in coppia (2 ingressi per 3 spettacoli).
*sono esclusi i seguenti spettacoli fuori abbonamento:
La notte di Vitaliano Trevisan; Medea; Bérénice; Gli occhiali di Šostakovič; Antigone in the Amazon, Il romanzo della Bibbia.
Si è deciso di chiamare giocosamente così – Un perdente di successo – la serata tributo ad un grande Maestro del teatro italiano: Giorgio Albertazzi.
Dalla volontà di Pia Tolomei di Lippa, moglie di Albertazzi e con l’entusiastica adesione di grandi attrici vicine a Giorgio in varie fasi della sua lunga e feconda carriera, è nato questo progetto che, dopo il debutto alla Pergola di Firenze (in occasione dei cento anni dalla nascita del Maestro), si propone nell’autunno 2024 in un circuito scelto tra i principali teatri italiani.
L’infanzia, l’adolescenza, la famiglia, gli studi, la guerra, gli amori, i personaggi di Albertazzi emergono con leggerezza nello spettacolo che attinge non solo ai ricordi, ma anche alla produzione letteraria, in particolare quella presente proprio nel libro da cui il tributo prende il titolo e il cui adattamento per la scena è stato curato da Mariangela d’Abbraccio.
In scena due attrici tra le più amate del teatro italiano: Mariangela D’Abbraccio e Laura Marinoni , a lungo vicine al Maestro. A loro si aggiungeranno ospiti a sorpresa, capaci di portare ulteriori elementi di vivacità e spettacolo.
Il cast è inoltre impreziosito da un trio musicale d’eccezione: Stefano Indino (fisarmonica), Massimiliano Gagliardi (pianoforte) e Dario Piccioni (contrabbasso).
Giorgio Albertazzi: un grande interprete che ha saputo ottenere tutto, ma non ha saputo (e voluto) conservare nulla: un perdente per distrazione, ma di grandissimo successo, come ha voluto definirsi ha regalato una serie di poesie mai banali, piene di sentimento e, nel contempo, leggerezza.
Questo spettacolo speciale – dice Pia Tolomei – «è un tributo senza narcisismi. Va in scena una parte del racconto della sua vita…».
Il triennio 2021-2024 della Scuola del Teatro Nazionale di Napoli, diretta da Renato Carpentieri, è giunto alla sua conclusione. Per l’occasione, gli allievi, sotto la guida registica del loro direttore, hanno portato in scena Noccioline che Fausto Paravidino scrisse nel 2001 a soli 25 anni su commissione del Royal National Theatre di Londra. Ritorna al San Ferdinando con tre repliche straordinarie in occasione della nostra anteprima di stagione dedicata ai giovani artisti e alle scuole di formazione teatrale.
L’opera, articolata in ventitré scene, ognuna introdotta da un titolo metaforico, racconta di un gruppo di ragazzi, che in un elegante salotto ordinano pizza e consumano Coca-Cola. Sono adolescenti inconsapevoli di ciò che li circonda, al punto da risultare innocenti anche delle piccole angherie tipiche di quell’età, che diventano però auspicio di violenza futura.
La causticità è financo divertente e non si percepisce chi ha torto e chi ragione. Un modo d’agire diverso appare, tuttavia, impossibile.
Il secondo atto è ambientato dieci anni dopo e il futuro si configura, se è possibile, ancora più oscuro. Quei presagi di un tempo a venire più cattivo sembrano essersi materializzati tutti.
I bambini una volta innocenti sono ora adulti violenti, che non riescono a ricordare. Conservano però l’umorismo di un tempo e questo li rende ancor più inquietanti. Non c’è oscenità in questi personaggi, ma è la loro spaventosa freddezza a non lasciare indifferente lo spettatore.
Davide Iodice nelle sue note spiega che Pinocchio pone la questione del rapporto con la genitorialità; l’ispirazione è connessa al momento in cui Pinocchio ritrova suo padre nella pancia della balena. Geppetto gli dice che tra un po’ la candela si spegnerà e rimarranno al buio. Pinocchio risponde: “E dopo?” e Geppetto non riesce a trovare la risposta, la soluzione la troverà Pinocchio. Questo “dopo” è un po’ la domanda principale che si pone qualsiasi genitore di un ragazzo ‘straordinario’ come preferisco dire, scrive Davide Iodice nelle note, nel senso di extra-ordinario, cioè fuori dall’ordinario. La risposta non spetta solo alla famiglia, ma anche alla società, alla comunità, a chi si occupa di assistenza. Geppetto è un genitore che ha un figlio generato da un pezzo di legno e vuole a tutti i costi renderlo “normale”. Noi che lavoriamo con la diversità e la fragilità, sappiamo come il concetto di normalità sia molto malinteso e pericoloso. Sento l’esigenza, dopo anni, di fare un vero e proprio manifesto per e sulla disabilità. Spesso c’è tanta retorica, tanta carità un po’ penosa. Quello della disabilità è un mondo molto complesso e ricco, c’è una volontà di espressione da parte di questi ragazzi, di essere visti per quello che sono. Ai ragazzi spiego che la “normalità” è il diritto ad avere momenti di felicità, di espressione, di condivisione”.
Caterina Sloper è una ragazza timida e impacciata che non trova marito ma ha un’ingente eredità. Il padre, noto medico, ha paura che la figlia possa sposare un cacciatore di dote. Zia Lavinia è una donna dall’indole romantica ed eccentrica che si occupa della nipote fin dalla nascita. Un giorno Caterina incontra l’affascinante Felice Sciosciammocca alias Morris Townsend… Tratto dall’ omonimo film di William Wyler e dal romanzo di Henry James. Il testo è l’incontro tra l’immaginario ruccelliano partenopeo e quello cinematografico hollywoodiano degli anni ’40. Uno spettacolo musicale, un “film in bianco e nero”, che attraverso un gioco farsesco e citazionistico ci parla della “vera” eredità, non quella della protagonista, ma quella di Ruccello, di Eduardo, della sceneggiata, dell’iconografia e del teatro napoletano, del cinema.