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13/03/2016
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IL BUGIARDO

di Carlo Goldoni
adattamento Alfredo Arias e Geppy Gleijeses
regia Alfredo Arias
con Geppy Gleijeses (Lelio), Marianella Bargilli (Rosaura), Lorenzo Gleijeses (Arlecchino/Brighella/Portalettere), Mauro Gioia (Ottavio)
con la partecipazione di Andrea Giordana (Pantalone)
e con Valeria Contadino (Beatrice/Cleonice), Luchino Giordana (Florindo), Luciano D’Amico (Dottor Balanzoni)
scene e costumi Chloe Obolenski
musiche originali Mauro Gioia
luci Luigi Ascione
produzione Gitiesse Artisti Riuniti

durata: 1 h e 40′, atto unico.

Il regista Alfredo Arias dopo il grande successo di Circo equestre Sgueglia, mette in scena questo nuovo allestimento de Il Bugiardo fortemente voluto da Geppy Gleijeses. La commedia scritta da Carlo Goldoni è ispirata alla “Verdad sospechosa” dello spagnolo Juan Ruiz de Alarcón. Con questa commedia Carlo Goldoni cerca di trasmettere un insegnamento che è rintracciabile nella vita di tutti i giorni, fa capire come in realtà le bugie sono solo uno strumento che in ogni caso si ritorce contro i bugiardi. Ma riesce a farlo tramite una commedia che sembra tutto fuorché un romanzo di formazione; grazie all’ausilio del dialetto veneziano, attribuito alle maschere, riesce a far ridere lo spettatore e a renderlo in effetti quasi partecipe all’interno della storia. I dialoghi rapidi e semplici non danno tempo di pensare ma riescono con molta semplicità a far intendere il messaggio di base della storia. Geppy Gleijeses affronterà con la sua indiscussa classe il personaggio di Lelio affiancato da Marianella Bargilli nella parte di Rosaura e da Andrea Giordana che sarà un divertente Pantalone abbastanza inusuale ma sicuramente efficace nel disegno registico.

La nostra prima reazione sarebbe quella di punire colui che mente, ed è vero che il testo di Goldoni finisce con il pentimento e la condanna del personaggio di Lelio, colui che durante tutto lo spettacolo non ha fatto che trasformare le situazioni scontate con delle «meravigliose invenzioni». Penso che questo giudizio moralistico non sia che una facciata di convenienza e che, dietro questa, ci sia la gioia di celebrare coloro che osano proporre una visione romanzesca della vita, anche al prezzo di qualche sofferenza, ma meglio una vita gioiosamente sregolata dalla menzogna che l’insopportabile monotonia del quotidiano. Questa rappresentazione de Il Bugiardo ci propone di celebrare in Lelio un favoloso scrittore inventore, non di un’opera letteraria, ma di una commedia umana.  

Alfredo Arias

Lelio, il protagonista del Bugiardo, vive in un mondo tutto suo, filtrato attraverso due meravigliosi caleidoscopi: Napoli, dove ha vissuto gli ultimi vent’anni, e Venezia, dove è nato e dove ora è ritornato. Due mondi ideali (tra l’altro le due patrie del teatro italiano) in cui nasce e si sviluppa l’attitudine di Lelio all’invenzione fantastica. E come possiamo noi condannare un uomo felice, allegro e giocondo solo perché vive in un mondo tutto suo? Creato dalla sua fantasia, con azioni e imprese mirabolanti create nei suoi sogni. La vita è sogno, è una grande bugia e Lelio è un Rodomonte, un miles gloriosus che solo quando sogna a occhi aperti, solo quando spara panzane sempre più grosse, cavalcandole come un purosangue imbizzarrito senza esserne disarcionato, è veramente felice! E non è forse questo il nostro grande sogno? Vivere nel mondo che noi abbiamo inventato in cui saremo prìncipi invincibili, grandi conquistatori, dispensatori di gioie senza fine? Potremmo rimproverargli, che questa non è la realtà, che il mondo in cui vive non esiste, ma perché dovremmo richiamarlo a una squallida quotidianità, perché dovremmo trattenerlo attaccandoci ai suoi piedi ed impedirgli di prendere il volo? Va Lelio e divertiti anche per noi, nel mondo del teatro tutto è possibile. E noi scriveremo, come tu hai voluto, sulla tua lapide: “QUI GIACE LELIO, PER VOLER DEL FATO, CHE PER PIANTAR CAROTE A PRIMA VISTA NE SAPEVA ASSAI PIÚ D’UN AVVOCATO E NE INVENTAVA PIÚ D’UN NOVELLISTA: ANCORCHÉ MORTO, IN QUESTA TOMBA IL VEDI, FAI MOLTO, PASSEGGIER, SE MORTO IL CREDI.”

Geppy Gleijeses

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