LA COSCIENZA DI ZENO
con Giuseppe Pambieri (Zeno Cosini)
Nino Bignamini (il dott. S./Giovanni Malfenti), Giancarlo Condé (il dott. Coprosich/Enrico Copler)
e con (in o.a.) Silvia Altrui (Anna Malfenti), Margherita Mannino (Alberta Malfenti),
Guenda Goria (Ada Malfenti), Marta Ossoli (Carla Greco), Antonia Renzella (Augusta Malfenti),
Raffaele Sincovich (Luciano), Anna Paola Vellaccio (La signora Malfenti), Francesco Wolf (Guido Speier)
scene Lorenzo Cutùli
costumi Carla Ricotti
musiche Giancarlo Chiaramello
produzione Teatro Carcano di Milano
Spettacolo in abbonamento a scelta
Non sono previsti ingressi su invito
Venerdì 21 marzo ore 17.30 | Libri&Caffè
Adriana Russo incontra Maurizio Scaparro e Giuseppe Pambieri
Dopo l’applauditissimo debutto nazionale al Teatro Carcano di Milano e una tournée che ha toccato le principali piazze italiane arriva a Napoli La coscienza di Zeno, protagonista Giuseppe Pambieri, attore tra i più versatili del nostro teatro, che tratteggia il suo personaggio con tocchi insieme ironici e meditativi. La regia, nitida e elegante, è firmata da uno dei maestri del teatro italiano e internazionale, Maurizio Scaparro, che vince in scioltezza la non facile scommessa di portare sulla scena il capolavoro sveviano, non catalogabile come romanzo d’azione o d’intreccio, bensì libro d’iniziazione e introspezione. Scaparro fa proprio lo storico adattamento che Tullio Kezich realizzò per il teatro nel 1964, primo interprete, nello stesso anno, Alberto Lionello, seguito nel 1987 da Giulio Bosetti con la regia di Egisto Marcucci e nel 2002 da Massimo Dapporto con la regia di Piero Maccarinelli.
Sullo sfondo di una Trieste cosmopolita e mercantile ma anche crogiolo culturale della mitteleuropa tra la fine della Belle Epoque e la Prima guerra mondiale, si svolge la vicenda di Zeno Cosini, che, partendo da una seduta psicanalitica, evoca i momenti salienti della sua vita (la morte del padre, l’amore non ricambiato per una fanciulla, il matrimonio di ripiego con una sorella di lei, la rivalità con il cognato Guido – che muore suicida – la relazione extraconiugale con Carla).
Fragile e inadeguato di fronte ai cambiamenti della società, pieno di tic e di nevrosi, si dichiara “malato”, ma la sua malattia è tutta di origine psicologica. Di fronte alla vita Zeno riesce però sempre a mantenere un atteggiamento ironico e distaccato (“La vita non è né brutta né bella, ma è originale”) che gli permetterà di capirla meglio e , quindi, di crescere; uomo nuovo in cerca di un modo di essere plausibile in un mondo che sembra sfuggirgli. Sarà lui a dire il bellissimo, inquietante monologo finale sulla ferocia e l’inutilità di quella guerra che di lì a poco avrebbe rivoluzionato tutto.
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