ANTONIO E CLEOPATRA
Giacinto Palmarini (Cesare Ottaviano), Alfonso Postiglione (Messaggero e Contadino)
costumi Zaira de Vincentiis
musiche originali Ran Bagno
suono Hubert Westkemper
coreografie Alessandra Panzavolta
regista assistente Alessandra Felli, assistente alle scene Davide Amadei, costumista assistente Marianna Carbone, realizzazione video scenografia Alessandro Papa, Mariano Soria, direttore di scena Teresa Cibelli, capo macchinista Nunzio Opera, macchinista Salvatore Grimaldi, datore luci Cristiano Benitozzi, elettricista Marco Spina, fonici Sebastiano Basile, Italo Buonsenso, sarta Roberta Mattera, segretaria di produzione Natalia Di Vivo, ufficio stampa Sergio Marra, realizzazione scene Fratelli Giustiniani realizzazione costumi Forme, realizzazione costume Cleopatra Tirelli scarpe Pompei, Triunfo, parrucche Audello , trucco Le Foyer Kriss e Carmen, fornitura trucco Non Solo Teatro attrezzeria Rancati, materiale elettrico, fonico e videoEmmedue
produzione Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, Arena del Sole | Nuova Scena – Teatro Stabile di Bologna
Spettacolo in abbonamento
Luca De Fusco firma la regia di Antonio e Cleopatra e così ne parla in una sua nota: «Antonio e Cleopatra viene associato al monumentalismo e all’esotico, quasi fosse una sorta di Aida della prosa. Noi stiamo invece preparando uno spettacolo asciutto ed essenziale, tutto imperniato sulla valorizzazione della parola, nella nuova traduzione di Gianni Garrera, e sul rapporto con la musica, rinnovando la struttura di Antigone, già basata sul talento multiforme del musicista israeliano Ran Bagno e su una spiccata attitudine dei miei attori( ai quali si aggiunge la prestigiosa new entry di Luca Lazzareschi) di recitare assieme alla musica.
Anche dal punto di vista visivo niente navi, eserciti, palazzi imperiali ma un impianto rigoroso ed essenziale, basato sui forti contrasti tra luce ed ombra e sull’apporto delle proiezioni, rinnovando l’intesa tra lo scenografo Maurizio Balò , il light designer Gigi Saccomandi e la costumista Zaira de Vincentiis che già portò ad una Antigone minimalista e contemporanea.
La linea scelta continua ad essere quella basata sull’antinaturalismo, sulla contaminazione tra teatro, cinema, musica e su una recitazione intensa e assieme sorvegliata di cui Gaia Aprea è ormai da tempo il segno più tipico delle mie regie.
Per mille ragioni (la sua lunghezza, il numero degli attori, l’importanza degli allestimenti) Antonio e Cleopatra è un capolavoro assoluto che viene messo in scena molto raramente. Noi l’abbiamo tagliato, reso sobrio, e speriamo anche riportato ad una sensibilità più moderna. Confidiamo che tutto ciò faccia risaltare le meravigliose immagini iperboliche di personaggi pieni di fascino (oltre i protagonisti vanno segnalati almeno Cesare ed Enobarbo) e godere di uno dei testi più affascinanti della storia del teatro».
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Tournée
Roma, Teatro Eliseo, 28 gennaio – 9 febbraio 2014
Milano, Teatro Carcano, 13 – 23 febbraio 2014
Bologna, Arena del Sole 25 febbraio – 2 marzo 2014
Genova, Teatro della Corte 18 – 23 marzo 2014
Così la stampa:
Prosa, cinema, musica, danza, tutto in questo Antonio e Cleopatra è miscelato con sapienza formale ed emotiva, a partire da un’idea forza, quella dell’immortale mortalità dei protagonisti, non a caso restituiti come statue narranti la propria disfatta, fisica e morale. I personaggi si muovono come in un limbo livido chiuso da una tela trasparente su cui proiettare i primi piani di alcune scene o il groviglio di corpi neutri in battaglia. (Stefano De Stefano, Corriere Del Mezzogiorno, 12 giugno 2013).
La regia di De Fusco è sobria e, svincolata da attualizzazioni, esprime la professionalità e la capacità di dare modernità agli strumenti della narrazione, senza stravolgere archetipi, miti e situazioni che lo spettatore si attende vedere rassicurantemente confermati. L’intesa con Gaia Aprea è evidente e la straordinaria capacità di variazioni di ritmo di recitazione, di intonazione e la musicalità dell’attrice se ne avvantaggiano. Adeguato partner, Luca Lazzareschi incarna un Antonio succube della regina egizia , vanesio ed egocentrico. (Dario Ascoli, Oltrecultura, 11 giugno 2013)
In Antonio e Cleopatra De Fusco propone una lettura scabra, asciutta, essenziale, tutta giocata su un fascinoso bianco e nero che ricorda famose pellicole americane anni Trenta. Visione realizzata con bella intelligenza creativa tra piano reale e piano virtuale. E ottimo il cast, in testa Gaia Aprea che viene fuori all’istanza e soprattutto brava nella sua allucinata sfida finale alla morte. E possente, dotato di mezzi vocali straordinari, l’Antonio di Luca Lazzareschi, attualmente il nostro più bravo attore scespiriano. (Domenico Rigotti, Avvenire, 11 giugno 2013).
Sostengono molto bene l’approccio registico gli attori, immortalati dai costumi stentorei di Zaira de Vincentiis. A partire da Luca Lazzareschi, che affronta Antonio evocando assieme, perché no, Carmelo Bene (per certe allucinate e folli digressioni evidenziate dai primi piani video) e l’eleganza di un giovane Vittorio Gassman. Cleopatra è Gaia Aprea, attrice di notevole qualità: qui la sua naturale bellezza dà alla regina d’Egitto forme sinuose e seduttive, che si impastano con la voce roca, strozzata, a tratti animale per un personaggio estremamente ambiguo, imprendibile, indecifrabile. Da citare, nel nutrito cast, almeno Giacinto Palmarini, Stefano Ferraro, Alfonso Postiglione, Gabriele Saurio e Federica Sandrini. (Andrea Porcheddu, Linkiesta, 11 giugno 2013)
Antonio e Cleopatra è il sequel di Antigone. Li accomuna la collaborazione con Ran Bagno, il compositore israeliano della Compagnia Vertigo Dance Company, che ha firmato le musiche di Antigone, la scelta, ancora una volta, di Gaia Aprea come protagonista (qui straordinaria nel difficile ruolo di Cleopatra) e questo gioco di proiezioni dei primissimi piani che ci ricordano il teatro di Carmelo Bene. […] Non ci sono navi, né eserciti, né palazzi in scena, ma solo luci, ombre, proiezioni che si sovrappongono o si alternano generando un effetto scenico di impatto, frutto dell’intesa fra lo scenografo Maurizio Balò e il light designer Gigi Saccomandi. Una messa in scena essenziale e minimalista che si concentra sulla parola pronunciata da statue parlanti sospese. (Francesca De Sanctis, L’Unità, 14 giugno 2013).
[…] Vengono riproposti gli espedienti già sperimentati con successo nei due ultimi (e intelligenti e belli) spettacoli di De Fusco, Antigone e Un paio di occhiali: principalmente quello che consiste nella proiezione sul velatino che chiude il boccascena del primissimo piano del volto (o di particolari del volto, soprattutto gli occhi) dei personaggi, per loro conto sospesi nel vuoto e nel buio circostanti. (Enrico Fiore, Il Mattino, 12 giugno 2013)Invalid Displayed Gallery