LETTERATURA E SALTI MORTALI

diretto e interpretato da Claudio Di Palma
scene Luigi Ferrigno
costumi Zaira de Vincentiis
disegno luci Gigi Saccomandi

musiche Paolo Vivaldi

assistente alla regia Elena Cepollaro
assistente scenografo Armando Alovisi
assistente ai costumi Elena Soria

direttore di scena Domenico Pepe, datore luci Ciro Petrillo, fonico Alessandro Innaro,
macchinista Alessio Cusitore, materiale fonico elettrico Emmedue
produzione Teatro Stabile di Napoli

Note di regia

Quando si pensa all’opera di La Capria risulta immediato il riferimento a quei suoi tuffi nel golfo di Napoli che sapevano restituire in scrittura il suggestivo vitalismo della pesca sottomarina. Altrettanto spontaneo diventa il rimando alle conseguenti tavolate familiari in cui simbolicamente il “pescato “, trafitto e cucinato, sembrava alludere ad un’ altra ( e forse ultima ) stagione della vita. In Letteratura e salti mortali, racconto teatrale liberamente ispirato all’omonima raccolta, sia il tuffo che il convito sono ancora elementi significativi della drammaturgia. Il tuffo però non ha come naturale destinazione il mare ed i commensali, raccolti intorno ad una lunga tavola, non hanno i profili precisi della borghesia partenopea di metà novecento. Il tuffo è piuttosto quello che, articolandosi in volute “mortali”, si dirige rapido in piscina ed i convenuti al surreale cenacolo assumono forma e senso soltanto nelle riflessioni dell’unica figura che fra loro si muove e parla. Uno scrittore, ma più propriamente un tuffatore, che per loro argomenta sulla letteratura, sui nuovi barbari, sulle scienze umane e disumane. Kafka seduto al fianco di una terrorista degli anni di piombo, Joyce dirimpettaio di Montale, Camus accanto a Klaus Dibiasi e ancora Lopachin o Petronio sono convitati immaginari, ma ugualmente incisivi nelle loro indirette provocazioni. Le parole ed il pensiero sembrano concentrarsi sulla letteratura. In realtà l’uomo ricerca e dimostra analogie tra la scrittura e lo svolgimento di un tuffo : “Senza sforzo apparente, senza ricerca dell’ effetto, in souplesse…” ed il pensiero si rivolge alla levità semplice e solenne di un tuffo particolare, sognato e mai eseguito : “il rovesciato teso “ : un calcio alla luna in cui il corpo raggiunge una sospensione ferma ed innaturale per poi precipitare nel budello azzurro della piscina. Allora, in quel momento, il “ maitre à penser “ diventa improvvisamente Ciccio Ferraris tuffatore del circolo nautico Posillipo ventiduesimo alle Olimpiadi di Berlino del ‘36 e la tavola imbandita si trasfigura in una piattaforma aerea dalla quale lanciarsi in volo per avvertire il brivido della Hybris.

Note sul progetto

Per continuare a valorizzare la funzione “sperimentale” di spazio riservato alla varietà delle proposte e alla ricerca “in vitro” di nuove forme sceniche del Ridotto, lo Stabile propone un secondo progetto in continuità con quello dedicato alla Ortese, imperniandolo sulle opere di un altro scrittore che tanta parte della sua produzione ha dedicato a Napoli, Raffaele La Capria.

A partire da L’armonia perduta – in cui l’autore descrive la rivoluzione napoletana del 1799, la guerra mortale tra plebe cittadina e borghesia colta – i cinque registi coinvolti nel progetto allargheranno la loro indagine teatrale sui temi affrontati da La Capria in altre sue opere sulla città, quali la nostalgia, la ferita infertale dalla storia e quella covata in fondo al cuore, la luce e il buio della ragione, la perdita straziante di qualcosa che forse non c’è mai stato, ma di cui si continuano a cercare le tracce per tutta la vita.

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