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ROMEO E GIULIETTA

con Francesco Montanari, Deniz Ozdogan
e (in o.a.) Andrea Di Casa, Filippo Dini, Francesco Formichetti, Massimiliano Frateschi, Simone Luglio,
Riccardo Morgante, Fulvio Pepe, Giampiero Rappa, Sergio Romano, Marcela Serli, Roberto Turchetta,
Gianluca Viola, Antonio Zavatteri
e con Milvia Marigliano
scene Carlo De Marino
costumi Sandra Cardini
luci Pasquale Mari
musiche originali Arturo Annecchino
regista collaboratore Nicoletta Robello
regia Valerio Binasco
produzione Teatro Eliseo in collaborazione con Compagnia Gank e Gloriababbi Teatro

PREMIO UBU – 2011 – Miglior Regia

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Valerio Binasco – tra i più apprezzati registi teatrali contemporanei nonché attore straordinario – interrompe la serie di regie di testi di autori contemporanei degli ultimi anni per ritornare a Shakespeare, al suo autore ‘assoluto’ che per anni ha intensamente frequentato.
Un ritorno al Bardo per il quale Binasco ha scelto di rappresentare la vicenda d’amore e morte per eccellenza dell’intera opera shakespeariana, Romeo e Giulietta.
“È quasi tutto troppo con Shakespeare – dichiara in proposito della commedia il regista – e Romeo e Giulietta ha persino un troppo in più. È un’opera così famosa che è impossibile sfuggire al già visto. In più mi accorgo che del testo mi piacciono soprattutto cose marginali. Mi attraggono i personaggi secondari, il tono da commedia, il provincialismo italiano, di cui Shakespeare sapeva nulla o poco, ma che a guardare i poveri giovinastri Capuleti e Montecchi che si aggirano per Verona nel ‘niente da fare’ delle province del nord, da lui così mirabilmente tratteggiati, come non pensarli antesignani illustri dei poveri baldi padani odierni? Insomma la cosa che più mi attira in Romeo e Giulietta è la crudeltà, spesso involontaria ma ancor più spesso consapevole, che nasce dall’imbecillità umana. A parte i due protagonisti, in qualche modo ‘salvati’ dall’innamoramento, e dall’innamoramento convertiti al pacifismo, tutti gli altri si muovono minacciosi e vittoriosi verso il domani dell’umanità. Che è il nostro oggi.”

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