LA PAROLA AI GIURATI
di Reginald Rose traduzione Giovanni Lombardo Radice regia Alessandro Gassman con Alessandro Gassman Manrico Gammarota, Sergio Meogrossi, Fabio Bussotti, Paolo Fosso, Nanni Candelari, Emanuele Salce, Massimo Lello, Emanuele Maria Basso, Giacomo Rosselli, Matteo Taranto, Giulio Federico Janni scene Gianluca Amodio costumi Helga H. Williams musiche Pivio Aldo De Scalzi light designer Marco Palmieri sound designer Hubert Westkemper video Marco Schiavoni una produzione Teatro Stabile d’Abruzzo / Società per attori
Dopo due stagioni di successi con la Forza dell’abitudine di Bernhard, Alessandro Gassman prosegue la sua ricerca attorica e registica affrontando un testo socialmente coinvolgente e molto realistico, La parola ai giurati di Reginald Rose, famoso per la versione cinematografica che ne diede Sidney Lumet nel 1957. «L’interesse per il lavoro di regia – spiega nelle sue note – è stato per me un naturale approdo, dopo più di venti anni di teatro militante in qualità di attore. Man mano che le mie sicurezze interpretative andavano consolidandosi, sentivo emergere e gradualmente rafforzarsi il desiderio di affrontare un progetto interamente mio. […]Così come Bernhard mi aveva ispirato uno spettacolo ricco di aperture oniriche di grottesca comicità, Rose mi permette invece di entrare nelle varie e sfaccettate tipologie umane e caratteriali colte in una situazione claustrofobica nella quale emergono gli aspetti comportamentali più contaddittori. Ne La parola ai giurati, l’impianto drammaturgico si basa sullo svolgimento di un dramma giudiziario. Ma ciò che mi ha ispirato fin dalla prima lettura è la possibilità di portare alla luce i pregiudizi e le false certezze che caratterizzano il comportamento dei giurati e che affiorano nel momento in cui devono assolvere il compito più difficile per un uomo: quello di decidere della vita di un altro uomo. La vicenda è incentrata su due capisaldi del sistema giuridico anglosassone: la presunzione di innocenza e la dimostrabilità della sua colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio.
In un’epoca in cui il mondo è afflitto da ideologie contrastanti che si nutrono di assolutismo e che spesso scadono a pregiudizi, il “ragionevole dubbio” è una preziosa arma di difesa».