CET ENFANT
testo e regia Joël Pommerat
con Saadia Bentaïeb, Agnès Berthon, Lionel Codino, Ruth Olaizola, Jean-Claude Perrin, Marie Piemontese
creazione musicale Antonin Leymarie
trombe Aymeric Avice, Guillaume Dutrilleux
tastiere Boris Boublil
batteria Antonin Leymarie
sax Rémi Sciuto
chitarre, basso Fred Pallem
scenografie e luci Éric Soyer
costumi Isabelle Deffin
ricerca e realizzazione della scrittura sonora François et Grégoire Leymarie
installazione sonora François Leymarie ou Grégoire Chomel
accessori Thomas Ramon
documentazione Evelyne Pommerat
ricerca documentazione Caterina Gozzi
luci Yann Loric
suono Grégoire Leymarie
direttore di scena Vanessa Petit
produzione Compagnie Louis Brouillard
coproduzione L’Espace Malraux-Scène nationale de Chambéry et de la Savoie, Théâtre Brétigny- Scène conventionnée du Val d’Orge, la Ferme de Bel Ebat de Guyancourt, Théâtre de La Coupe d’Or – Scène conventionnée de Rochefort, Théâtre Paris-Villette.
durata dello spettacolo 1h 10
Il Mercadante aderisce per il secondo anno a Face à face parole di Francia per scene d’Italia, il progetto promosso dall’Ambasciata francese in Italia. Per l’occasione arriva per la prima volta a Napoli uno spettacolo di Joël Pommerat, giovane ma già molto apprezzato autore e regista francese.
Cet enfant scava nell’intimo, là dove vagano le ombre imbavagliate dall’infanzia, là dove brulicano, ben vivi, i sentimenti morbosi, forse inconfessati, che ci rimandano ai nostri.
Una madre inventa pretesti per trattenere a casa suo figlio che deve andare a scuola, trasferendo su di lui le proprie angosce: una successione di brevi scene intorno al tema del rapporto genitori-figli, con personaggi duri e fragili, ma tutti terribilmente umani.
Joël Pommerat – per la prima volta in Italia con un suo spettacolo – pone alla base della sua ricerca il rigore artigianale di una compagnia capace di legare il pubblico e la scena in una “questione collettiva”. Elementi sensibili e visivi dello spettacolo non si sovrappongono alla scrittura, ma ne fanno parte integrante: rumori e musiche, corpi e gesti nutrono il processo di creazione dando vita a un autentico teatro dell’illusione che scandaglia l’umano nella sua realtà più immediata, più nuda e tremante.
L’amore, la colpevolezza, il ricatto, le paure, i rancori sospiti, le speranze, i rimproveri, la disperazione…Tutte queste realtà inestricabilmente mescolate, che forgiano le relazioni tra genitori e figli, emergono come brevi sequenze in cui la tensione si condensa al massimo.