Produzioni

3 – 16 marzo 2008 | Sala Ridotto

Mercadante Teatro Stabile di Napoli
3 terzi
di Diego De Silva, Valeria Parrella, Antonio Pascale
regia Giuseppe Bertolucci e Luisa Grosso
con Marina Confalone e Lello Giulivo
scene Luigi Ferrigno
costumi Antonella Mancuso
luci Cesare Accetta
musiche Giuseppe Napoli
trucco Vincenzo Cucchiara
operatori video Giulio Arcopinto, Gennaro Fasolino
assistente alle scene Armando Alovisi
assistente ai costumi Giovanna Napolitano
capo macchinista Luigi Sabatino
datore luci – direttore di scena Silvio Ruocco
missaggio video Giulio Arcopinto
macchinista Enzo Palmieri
cameramen Nicola Cafasso, Oscar Posada
sarta Concetta Napolitano
foto di scena Marco Ghidelli
la sezione video è realizzata in collaborazione con Pigrecoemme Scuola di Cinema e Televisione

Dopo l’esperienza cinematografica di Raccionepeccui, il film tratto dal tragicomico monologo d’una povera disperata del meridione d’Italia, scritto da Giuseppe Bertolucci e interpretato da Marina Confalone, i due artisti si ritrovano a condividere un’entusiasmante avventura teatral-letteraria.
Ispiratrice e interprete del progetto, presentato con entusiasmo e passione dal Mercadante Teatro Stabile di Napoli, la stessa Confalone, attrice fra le più amate e apprezzate della nostra città.
Napoli, la sua lingua, il suo microclima esistenziale, la sua morfologia antropologica, costituiscono il tema e nello stesso tempo il perimetro delle fughe nell’immaginario, degli altrove narrativi e drammaturgici tracciato da Giuseppe Bertolucci e Luisa Grosso per tre giovani, ma già affermati, scrittori napoletani: Diego De Silva, Valeria Parrella, Antonio Pascale. Tre individualità e tre tipologie di scrittura, distinte e riconoscibili, per uno spettacolo diviso in tre pezzi – tre “corti” – accomunati da alcune costanti e da “regole del gioco” da rispettare rigorosamente.
Un’occasione preziosa per rendere omaggio a una grande interprete e sancire, nello stesso tempo, il primo incontro drammaturgico di tre scrittori di sicuro talento.

 

Rassegna stampa – estratti:

3 terzi è un esperimento sui generis, che se ne frega di un certo sperimentalismo serioso abbattendo la quarta parete a colpi di telecamera. E smaschera i meccanismi del presente. (Gaia Bozza, “Roma”, 8 marzo 2008).

Marina Confalone dispiega l’intera, e sapientissima, gamma delle sue capacità espressive, riuscendo persino – quando il testo gliene offre l’opportunità, ciò che avviene con quello di Pascale – a toccare il versante di una drammaticità sotto traccia, quasi cechoviana. E bravo, al suo fianco, è anche Lello Giulivo. Insomma, uno spettacolo che ha la grazia di un cammeo senza negarsi qualche spunto di riflessione. (Enrico Fiore, “Il Mattino”, 9 marzo 2008).

Queste storie a due, perché accanto alla protagonista c’è un Lello Giulivo assai disponibile ai travestmenti, hanno il primo effetto di moltiplicare i personaggi, comunque sdoppiati dalle riprese tv dell’intera azione su due piani di fondo, scavandone l’interpretazione che vive della grandezza di una Marina Confalone inesauribile nel mutar volto e identità con minimi ritocchi limitati alla capigliatura senza pietà per le sue donne, raggiungendo dei vertici quando ci scodella il dialetto da lei stessa tradotto nel testo iniziale di quest’altra serata destinata, grazie a lei, a fare epoca. (Franco Quadri, “la Repubblica”, 10 marzo 2008).

Al Ridotto del Mercadante, 3 terzi, ovvero tre brillanti penne – come si diceva un tempo – della nuova letteratura campana ed un unico effetto: quello di una comicità agrodolce, svanita e a tratti laconica, nonostante la generosa verbalità dei testi. La cui efficacia è affidata, secondo la migliore tradizione del teatro partenopeo, soprattutto alle qualità della protagonista, una Marina Confalone che cambia ruoli e registri senza mai rinunciare alla propria identità di attrice inevitabilmente autoironica. (Stefano de Stefano, “Corriere del Mezzogiorno”, 13 marzo 2008).

Marina Confalone mostra dove può arrivare un’attrice di razza quando le capita un personaggio vero in cui affondare i denti, ed è magnifica – tenera, comica, struggente, sciocca, pudica, appassionata, rassegnata, insomma irresistibilmente umana. Adeguatissimo accanto a lei il partner Lello Giulivo, soprattutto come il vedovo incerto se credere o no alla veggente imbrogliona ma poi forse mica tanto. (Masolino d’Amico, “La Stampa”, 15 marzo 2008).

3 Terzi è forse la produzione più ambiziosa della stagione 2007-8 del Teatro Stabile di Napoli. Napoli è la città teatrale per eccellenza d’Italia; ciò che fa la differenza con Venezia è che la tradizione veneziana si è come esaurita dopo lo scontro tra Gozzi e Goldoni, commedia dell’arte e commedia nuova. Quella napoletana ha il suo apice nel Novecento con Raffaele Viviani e Eduardo. Dopo Eduardo, c’è stato Annibale Ruccello: dopo Ruccello, Enzo Moscato…. Insomma, né si è interrotta né vuole interrompersi. E’ questa la ragione per cui il teatro pubblico della città ha invitato tre autori d’ultima generazione, Diego De Silva, Valeria Parrella, Antonio Pascale, a scrivere un testo mosaico – che un po’ si avvicina, un po’ sfugge al modello, forse inevitabile nella società dello spettacolo, del palinsesto televisivo – per un’attrice del calibro di Marina Confalone, con l’eccellente spalla di Lello Giulivo. (Renato Nicolini, “l’Unità, 23 marzo 2008).

Produzione in Tournée

Questo spettacolo fa parte delle produzioni del Teatro di Napoli - Teatro Nazionale e farà tappa in queste città:

29 > 30  aprile 2008
Salerno, Teatro Augusteo