Produzioni

31 marzo – 13 aprile 2008 | Sala Ridotto

Mercadante Teatro Stabile di Napoli – Teatro Iaia
Eva Peron
di Copi
regia Pappi Corsicato
con Iaia Forte, Cristina Donadio, Vladimir Aleksic, Alessandro Baldinotti, Alessia Innocenti
scene Massimo Bellando Randone
costumi Grazia Colombini

disegno luci Pasquale Mari
direttore di produzione Clara Gebbia
aiuto regia Teresa Di Monaco
assistente costumista Luciano Briante
elettricista Silvio Ruocco
macchinista Enzo Barone
fonico Italo Buonsenso

video Pappi Corsicato

fotografo Fabio Lovino

gli abiti di Iaia Forte e Cristina Donadio sono di Alberta Ferretti
in collaborazione con Arcus
video realizzato con il contributo di Imaie

Pappi Corsicato e Iaia Forte, già compagni di lavoro insieme a Cristina Donadio in ambito cinematografico (Libera, I buchi neri), ricompongono un sodalizio teatrale già sperimentato in occasione del progetto “A Est”, proposto dal Mercadante Teatro Stabile di Napoli nel 2005, nell’ambito del quale condivisero la messa in scena di La notte di Helver di Ingmar Villqist.
Eva Peron, del geniale Raul Damonte, detto Copi, è una rilettura in chiave sarcastica del mito dell’eroina argentina. Testo contemporaneo e poco rappresentato, è uno sguardo disincantato e crudo nella vita dei Peron come non li abbiamo mai visti, quasi un reality show che spia le vere relazioni dei personaggi al di là della vita pubblica.
Pappi Corsicato ne dà nella sua regia una versione psichedelica e divertente, fuori dalla retorica dei musicalpatinati e ci mostra in tutta la sua tragicomicità una anti-eroina crudele e grottesca. Nella pièce, che cerca un nuovo linguaggio per il dialogo tra video e spettacolo dal vivo, Corsicato intersecherà le immagini filmate con la presenza degli attori: le immagini video rappresenteranno una dimensione altra, lo stato allucinatorio dei personaggi, le loro stesse anime.
Il testo di Copi, pur essendo legato ad una precisa figura storica, è un pretesto ironico, ma paradossalmente lucido e realistico, per uno sguardo sinistro sulla classe dirigente e sulla passione per il potere, sulla politica e sulle relazioni umane dei suoi protagonisti ambigui e corrotti nella vita pubblica come in quella privata. È una critica feroce e leggera al tempo stesso, in cui la finzione si sostituisce alla vita e perfino alla morte, che diventa anch’essa falsa e motivo di esibizione e spettacolo.