9 – 20 marzo 2005

Fondazione Teatro Due

Cara Professoressa
di Ljudmila Razumovskaja

traduzione Mauro Belardi

regia Valerio Binasco

con Claudia Coli, Denis Fasolo, Maria Paiato, Fulvio Pepe, Aram Kian

scene Antonio Panzuto

costumi Sandra Cardini

luci Pasquale Mari

consulenza drammaturgica Nicola Pannelli

La pièce è ambientata negli ultimi anni dell’impero sovietico, quando, nel disastro generale, soffiavano nel vento gli echi dei Tempi Nuovi, in onore dei quali i ragazzi speravano di vedere realizzati i loro sogni: i maschi volevano diventare gangsters, le femmine puttane d’alto bordo. Così, grazie alle televisioni europee e americane che finalmente arrivavano, questi erano i loro Sogni d’Occidente. E non sarà necessario, credo, svelare troppo la portata metaforica di questa storia: anche noi, adesso finalmente, siamo alla fine del nostro impero, i Tempi Nuovi sono nel vento e i nostri sogni si sono fatti incubi. I gangsters governano il Mondo e tutti noi siamo divenuti le loro puttane.

Morale della favola: c’è una salvezza? La Razumovskaja sembra dire di no: se c’è, è nei singoli cuori, ma per essi l’unica speranza di riscatto (come per la Professoressa) o di risveglio dell’anima (come per i piccoli Vitja e Ljalja) consiste in una specie di martirio. Ma al tempo stesso l’autrice scrive una commedia piccola e gentile che vorrebbe osare una sfida critica non solo al comunismo, ma alla crudeltà di tutti i poteri del Mondo. La sfida, sia dal punto di vista critico che estetico, non viene nemmeno raccolta, è inutile che ci raccontiamo bugie. Ma c’è un piccolo segreto di bellezza: non so ancora bene cosa sia, ma sento che nell’ingenuità dell’autrice e dei suoi personaggi c’è qualcosa di struggente e di buono che se vogliamo “coglierlo”, dobbiamo un po’ “raccoglierci”. E, nel farlo, tirarci fuori per qualche manciata di minuti dal frastuono di questi nostri giorni di fine impero, ficcarci in un teatro e assistere a una cara vecchia bella storia, crudamente e semplicemente come fosse una specie di verità.

dalle note di Valerio Binasco

Siamo in una città della Russia contemporanea . La scena si apre nello spaccato dell’appartamentino della professoressa Elena Sergeevna, proprio la sera del suo compleanno. Una sera gelida e buia di primavera. La professoressa vive sola da quando la sua vecchia madre è stata ricoverata in ospedale. Sta correggendo dei compiti. Suonano alla porta. Quattro giovani studenti vengono a festeggiare il suo compleanno. E’ una visita a sorpresa, che la professoressa accoglie con una grande gioia………

Al testo Cara Professoressa è stato assegnato il Premio Ubu 2003 come Novità Straniera. L’autrice, Ljudmila Razumovskaja, è una delle più affermate e interessanti scrittrici della perestrojka gorbaciovana.