scritture dall’europa orientale
un progetto a cura di Roberta Carlotto
Teatro Mercadante, Napoli
Febbraio 2005
Può sembrare fuori luogo, per un teatro così radicato a Napoli come il Mercadante, voler affrontare i temi della drammaturgia contemporanea con una rassegna di autori di quei paesi dell’est entrati l’anno scorso a far parte dell’Unione europea (Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Ungheria). Tuttavia ci è sembrato utile aprire una finestra su un mondo in piena trasformazione, fortemente segnato da un rifiuto del recente passato dominato dall’Unione Sovietica, ma testimone, anche, di un malessere del presente. L’occasione è nata dal lungo viaggio che ha portato Giovanni Papotto a toccare a più riprese questi paesi e che gli ha permesso di entrare in contatto con le istituzioni, i registi e soprattutto gli autori delle ultime generazioni, riscontrando una grande vitalità del teatro, che assolve ancora, a differenza di quanto avviene in Italia (esclusi pochi casi individuali), una funzione centrale nel dibattito delle idee. Dopo una prima selezione, siamo arrivati alla lettura di una ventina di testi, tutti editi e spesso messi in scena nel proprio paese, ma anche già tradotti, soprattutto in tedesco e in inglese. Discutendo il progetto con Ninni Cutaia e con il comitato artistico del teatro Mercadante, abbiamo pensato di mettere a confronto questi testi e questi autori con alcuni registi della stessa generazione, nati e radicati nel sud d’Italia, da Napoli alla Sicilia. I mondi sono diversi per tradizione, storia e cultura, ma vi sono anche temi e linguaggi comuni, che svelano il disagio della loro come della nostra società. A seguito di una discussione sui testi avvenuta a Napoli nell’autunno 2004, i registi hanno scelto sei testi, a loro più affini per stile e contenuti: Lucia sul ghiaccio di Laura Sintija Cˇerniauskaite˙ e Malish di Marius Ivasˇkevicˇius dalla Lituania, La notte di Helver di Ingmar Villqist e Buca di sabbia di Micha3 Walczak dalla Polonia, Riposa in pace di Jirˇí Pokorny´ dalla Repubblica ceca e Géza di János Háy dall’Ungheria. Gli autori saranno presenti a Napoli durante il periodo delle prove e delle rappresentazioni. Il confronto quindi si potrà fare dal vivo, applicando un metodo, quello del lavoro comune tra autori e registi. Attraverso differenti soluzioni sceniche, i registi (Pappi Corsicato, Sebastiano Deva, Vincenzo Pirrotta, Francesco Saponaro, Pierpaolo Sepe e il gruppo cossia-diflorio-veno) con i loro gruppi di attori e collaboratori presenteranno al pubblico i risultati di questo lavoro. La rassegna si concluderà con un seminario aperto coordinato da Roberto Canziani e Gianfranco Capitta, che avrà luogo alla presenza degli autori stranieri e dei registi, con la partecipazione di alcuni scrittori, drammaturghi, registi e organizzatori culturali che lavorano sulla drammaturgia contemporanea. Un’ulteriore occasione di confronto sulla contemporaneità sarà rappresentata da una serie di incontri curati da Goffredo Fofi, al quale abbiamo chiesto di aiutarci a contestualizzare il lavoro oltre i confini politici dell’Unione allargata, grazie a una serie di conversazioni pubbliche con alcune fondamentali figure di riferimento per la comprensione di questi paesi: gli scrittori Natasha Radojcˇicˇ e Svetlana Aleksievicˇ; il critico d’arte Lóránd Hegyi, che lavorerà a Napoli a Palazzo Roccella; Serena Vitale con la sua straordinaria lettura della Russia e dell’Unione Sovietica; ed Edgar Reitz, il regista di Heimat, che presenterà a Napoli il terzo episodio della sua grande saga tedesca incentrata sulla caduta del muro di Berlino. Sono inoltre previsti alcuni momenti di riflessione sul teatro di regia polacco del secondo Novecento, con una giornata dedicata a Grotowski a cura di Carla Pollastrelli, e l’incontro di Mario Martone con i registi Krystian Lupa e Krzysztof Warlikowski. Completa il progetto, infine, un’articolata rassegna di film e documentari – a cura di Rosalba Ruggeri – a cui spetta il compito di raccontare temi e aspetti, giorno per giorno un paese diverso, di questa intrecciata realtà. E così, fuori da ogni regola della geografia, abbiamo cercato di presentare un panorama ricco di suggestioni e di contraddizioni, senza perdere di vista il nostro osservatorio privilegiato rappresentato dal teatro.