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JOHN GABRIEL BORKMAN
di Henrik Ibsen
versione italiana Danilo Macrì
regia Marco Sciaccaluga
con Gabriele Lavia, Laura Marinoni, Federica Di Martino, Roberto Alinghieri, Giorgia Salari, Francesco Sferrazza Papa, Roxana Doran
scene e costumi Guido Fiorato
musiche Andrea Nicolini
luci Marco D’Andrea

produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova,Teatro della Toscana – Teatro Nazionale

Durata spettacolo: 2 ore e 20 minuti più intervallo

Spettacolo in tournée

Edvard Much lo definì “il più potente paesaggio invernale dell’arte Scandinava”. Ma il freddo dell’inverno, in questa vicenda scabrosa e claustrofobica, è tutto interiore, dell’anima.
John Gabriel Borkman è un self made man: per lui conta la carriera, a tutti i costi. Ha rubato, ma non per sé. Lo ricorda lo storico del teatro Roberto Alonge: ruba «perché si sente il portavoce del progresso, è l’angelo sterminatore del vecchio mondo precapitalistico». Condannato al carcere per i suoi affari poco chiari, Borkman è tornato libero ma si chiude in casa, in attesa di una “grande occasione”.
Piero Gobetti descrisse il teatro di Ibsen come «l’itinerario dell’eroe in cerca del suo ambiente»: e qui l’ambiente è condiviso da due sorelle, entrambe presenti nella vita dell’uomo. La moglie, in un matrimonio freddo, aspro e irrisolto; e il primo amore cui Borkman ha rinunciato per interesse. È uno scontro fra femminile e maschile, è un abisso. Afferma ancora Alonge: «è l’universo della Cultura (che vuol dire repressione) contro la vita dell’istinto, della carne, della felicità».
John Gabriel Borkman ha attratto i maggiori registi al mondo: è un’opera complessa, austera, inquieta, e di raffinata bellezza per quei ritratti umani, per i dialoghi che possono essere attualissimi e al tempo stesso eterni. Affidati all’interpretazione di tre grandi attori, a partire da Gabriele Lavia come protagonista, con Laura Marinoni e Federica Di Martino, il Borkman, nelle sue “scene da un matrimonio” che sarebbero state care a Bergman, fa ancora esplodere le ambizioni di un secolo, l’Ottocento, intriso di superomismo e idealismo, di simbolismo e psicopatologia, ma già svela, in nuce, quelli che saranno i grandi traumi del Novecento. E forse di oggi.

Produzione in Tournée

Questo spettacolo fa parte delle produzioni del Teatro di Napoli - Teatro Nazionale e farà tappa in queste città:

Tournée 2019-2020
Genova, Teatro della Corte, 31 marzo – 5 aprile 2020
Pavia, Teatro Fraschini, 7 – 9 aprile 2020
Milano, Piccolo Teatro, 15 – 30 aprile 2020
Trieste, Teatro Rossetti, 6 – 10 maggio 2020

Tournée 2018-2019
Genova, Teatro della Corte, 6 – 18 novembre 2018
Firenze, Teatro della Pergola, 20 – 25 novembre 2018
Ancona, Teatro delle Muse, 29 novembre – 2 dicembre 2018
Carpi, Teatro Comunale, 18 – 20 dicembre 2018