28/01/2020
ore 21:00
29/01/2020
ore 17:00
30/01/2020
ore 17:00
31/01/2020
ore 21:00
01/02/2020
ore 19:00
02/02/2020
ore 18:00

APOLOGIA
di Alexi Kaye Campbell
traduzione Monica Capuani
regia Andrea Chiodi
con Elisabetta Pozzi
e con Alberto Fasoli, Christian La Rosa, Emiliano Masala, Francesca Porrini, Martina Sammarco
scene Matteo Patrucco
costumi Ilaria Ariemme
musiche Daniele d’Angelo
luci Cesare Agoni

produzione Centro Teatrale Bresciano – Teatro Stabile di Catania

Durata: 2 ore più intervallo

ph Luca Del Pia

Trovarsi davanti a questa serata in famiglia che si trasforma in una sorta di resa dei conti della vita di tutti è stato come trovarsi davanti a un Čhecov contemporaneo. Per tematiche, ma soprattutto per la costruzione dei rapporti tra i personaggi e delle scene tra di essi.

Ho voluto immaginarmi una casa come luogo privilegiato ed esclusivo, chiuso e nascosto, dentro cui si muovono i pensieri, gli sguardi, le difese e gli scontri di tutti.

Il testo di Campbell, cosi perfettamente orchestrato, con un ritmo serratissimo e un plot molto chiaro, ci ha permesso di cercare di lavorare sui ritmi e sui silenzi quali momenti privilegiati per la riflessione e il pensiero.

In una serata succede tutto, si riaprono ferite, si rivivono ricordi. Si spalancano le grandi domande che ci hanno interrogato per tutto il lavoro: il possibile fallimento delle rivolte studentesche e del ‘68, l’imborghesimento di chi ne faceva parte e poi ancora domande sul consumismo e sulla fede, sui rapporti umani, sul coltivare i propri talenti e sulla relazione tra genitori e figli, cosa si è lasciato loro in eredità di quel periodo. Peter e Simon sono le due facce di una stessa medaglia: è così che la figura del figlio prende valore nello spettacolo, interpretata a sere alterne dai due attori o dallo stesso attore in un vero gioco teatrale, non fine a se stesso, ma capace di raccontare in maniera sorprendente diversità e similitudini dei due ragazzi, feriti in modo diverso e uguale.

Dentro queste grandi tematiche abbiamo dovuto muoverci e dar vita a una situazione privata, con il desiderio di renderla universale, senza dare delle risposte ma raccontando l’eccezionalità che è l’umano quando si mette in ricerca. Tutto questo passando da Giotto, quale vero artista rivoluzionario, che offre a noi l’occasione di riguardare ai grandi del passato per capire meglio come essere artisti oggi, ripartendo dalle esigenze reali e importanti che ci muovono.