IL MISANTROPO
di Molière
traduzione Cesare Garboli
regia Fabrizio Falco
con Davide Cirri, Fabrizio Falco, Claudio Pellegrini, Chiara Celotto, Doriana Costanzo, Alice Canzonieri, Giovanni Arezzo, Luca Carbone, Costantino Buttitta
impianto scenico Fabrizio Falco e Davide Cirri
costumi Gabriella Magrì
musica Angelo Vitaliano
produzione Teatro Biondo Palermo
A partire da un classico della letteratura teatrale barocca, che nel corso della storia si è proposto come un’inesauribile fonte di chiavi di lettura, aprendo a un numero infinito di interpretazioni, Fabrizio Falco mira ad utilizzare il gioco di specchi proposto da Molière per invitare a riflettere sul senso e sul valore estetico e morale di cui la società odierna si trova vittima e artefice.
«Cos’è la verità, cos’è la menzogna? – si chiede Fabrizio Falco – Cechov affermava che si può fingere dovunque tranne che nell’arte. Forse siamo chiamati proprio a questo, a non mettere più maschere, a fare i conti definitivi. Il genio di Moliere ce lo fa sentire. Lavorando sul Misantropo si percepisce subito la necessità, l’urlo di qualcuno che chiede verità. Cercherò di inseguire la verità di Moliere, per quanto inafferrabile, ma sarà proprio l’anelito, la spinta verso, che creerà la giusta tensione. La verità dei rapporti è la richiesta di Alceste, e questa sarà la linea guida della regia. Nient’altro. Il teatro a bisogno di poco per vivere da un punto di vista esteriore, ma ha bisogno di molto lavoro invisibile, ha bisogno di verità. In un’epoca di fake news, credo che anche nel nostro mondo ci sia bisogno di verità. Una verità che deriva dalla profondità di sé, dei sentimenti, dei rapporti tra le persone per riscoprirsi individui fino in fondo e comunità fino in fondo. Lavorerò per abbattere le maschere e provare a toccare il fondo dei cuori tra noi attori e toccare il fondo dei cuori degli spettatori.