15/07/2021
ore 21:00
16/07/2021
ore 21:00
17/07/2021
ore 21:00

QUINTA STAGIONE

di Franco Marcoaldi
regia Marco Baliani
con Marco Baliani e la voce dialogante di Franco Marcoaldi
scene Mimmo Paladino
paesaggio sonoro Mirto Baliani
luci Cesare Accetta

scenografi collaboratori Luigi Ferrigno, Sara Palmieri
aiuto regia Antonello Cossia
assistente alla regia Umberto Salvato
direttore di scena Antonio Gatto
macchinisti Marco Di Napoli, Nicola Grimaudo
datore luci Fulvio Mascolo
fonici Diego Iacuz, Daniele Piscicelli
sarta Daniela Guida
foto di scena Ivan Nocera

si ringraziano Ivano Battiston (fisarmonica) e Maria Maglietta per la collaborazione artistica

produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

Portare la poesia in teatro è, da sempre, impresa ardua. È come se il linguaggio poetico, sopra un palco, si trovasse compresso, costretto, non così libero di volare e di espandersi come i suoi versi vorrebbero. Dentro un poema c’è solo la voce del poeta, che l’ha abitata e continua a starci incastrato, connesso a quelle parole magari pensate e scritte tanto tempo prima ma che ancora lo incatenano. Lì lui vive e parla. Dopo queste premesse che senso ha allora che sia io a dare voce alla Quinta Stagione di Franco Marcoaldi? Io, uno straniero rispetto al poema.
Ma il poeta ha chiamato la sua opera “monologo drammatico”, due termini che appartengono di diritto alla storia del teatro. Dunque la visione del poema è legata alla scena, o potrebbe esserlo.
È quel “potrebbe” l’unico spazio di esplorazione che mi è consentito e che mi accingerò con timore ed entusiasmo a percorrere. Un evento “drammatico” necessita di azioni in contrasto. Nella Quinta Stagione intuisco che queste “azioni” possano essere le molteplici voci che abitano il poema, le vorrei incontrare, per contrastarle o farmi permeare, forse anche quella del poeta, voci sperse in un paesaggio a tratti così remoto da trovarsi dietro l’angolo di casa. È un poema itinerante, da nomadi, mi ci riconosco fin dalle prime parole, come fossi un viandante che ne è stato catturato. Ma avrò bisogno nel pellegrinaggio di un paesaggio sonoro di complicità, a cui penserà mio figlio Mirto, sono certo che insieme troveremo la “musica” giusta di sonorità e voci. Per il paesaggio scenico mi affiderò alla misura artistica di Mimmo Paladino, alle sue materiche presenze, con cui interagire e da cui farmi guidare. Sono dunque in buona compagnia, non mi resta che accingermi ai preparativi per la partenza.

Marco Baliani